Torino – L’occasione è ghiotta. Di quelle che una grande squadra non può lasciarsi scappare. Ovvero: vincere stasera a Lecce, contro una formazione che comunque in casa propria è imbattuta da quattro gare, per superare l’Inter e presentarsi presumibilmente al Meazza il prossimo 4 febbraio da capolista. Vero che a quel punto la Juventus avrebbe disputato una partita in più, vero anche che scenderebbe in campo sapendo che anche un pareggio non sarebbe risultato da disprezzare. Tutt’altro, anzi. Ed ecco che allora lo scenario sarebbe di quelli impronosticabili a inizio stagione: la Signora tornata cinica e solida pronta a mandare nel panico e ad azzannare davvero la rivale numero uno nella corsa tricolore, quella che gioca meglio e che segna tantissimo. Quella che però ogni tanto batte un colpo a vuoto: si vedrà nel prosieguo, insomma, tenendo anche conto che prima dello scontro diretto i bianconeri ospiteranno l’Empoli, mentre l’Inter andrà a Firenze e recupererà il match contro l’Atalanta soltanto il 28 febbraio.
Detto ciò, stasera sarà Lecce-Juve. Match lo scorso anno deciso da Fagioli, nel frattempo finito in una situazione sicuramente non piacevole. Con Allegri che tiene dritte le antenne: «Nelle ultime quattro trasferte abbiamo sempre subìto gol: il primo obiettivo è non prenderne». Poi, qualcosa là davanti succederà anche se i bianconeri dovranno fare nuovamente a meno di Rabiot (polpaccio) e Chiesa (ginocchio «da valutare»): toccherà insomma ancora a Yildiz fare coppia con Vlahovic, il quale è intanto arrivato a nove reti in campionato dopo averne segnate dieci nello scorso. Non sono ancora ritmi da Lautaro Martinez, ma intanto il serbo si è svegliato davvero e non è notizia da poco. Juve quindi su di morale e ottimista, senza alcuna voglia di aizzare polemiche: «Scudetto o zona Champions? Non bisogna parlare di niente, pensiamo al Lecce e basta. La mia battuta su guardia e ladri? Ha fatto divertire, ma non c’era alcun tipo di allusione: l’unico inseguimento che stiamo facendo è quello verso la zona Champions». Bugia, ma va bene così. Cui segue un’altra metafora di provenienza ippica, sua vecchia passione: «Ci sono cavalli che hanno bisogno di paraocchi e altri no. Ad alcuni dà fastidio averne altri vicino e frenano: allora gli si mette il paraocchi e guardano solo davanti. La Juve ne ha bisogno? Non si sa ancora».