«Siamo disponibili a rimanere come partner strategico di minoranza» in Acciaierie d’Italia (l’ex Ilva) «che fornisca esperienza tecnica e industriale mentre il Governo decide una soluzione permanente». L’amministratore delegato di ArcelorMittal, Aditya Mittal, scrive così in una lettera arrivata ieri sera indirizzata alla premier Giorgia Meloni e al sottosegretario alla presidenza, Alfredo Mantovano. La multinazionale dell’acciaio, azionista di maggioranza di Acciaierie d’Italia (l’ex Ilva), tenta con questo gesto di rientrare in partita, fuori tempo massimo, dopo le mosse del Governo sul decreto legge che accelera il ricorso all’amministrazione straordinaria su richiesta di Invitalia, partner di minoranza di Acciaierie.
La sensazione, però, è che questo tentativo di trovare una «soluzione amichevole» non riuscirà a sortire una svolta nella partita. Il governo cerca investitori e, anche stavolta, Mittal non offre di voler contribuire in questo senso. Difficile quindi che l’esecutivo viri dalla sua strada, avviata verso il commissariamento, insieme alla garanzia di liquidità corrente con un prestito ponte per 320 milioni.
Proprio questa iniziativa è avversata da Mittal: «La parte pubblica sembra aver optato per un approccio unilaterale, basato su un’ulteriore modifica ad hoc del regime di amministrazione straordinaria rispetto ad una soluzione negoziata». È una «iniziativa estrema che non sosteniamo in quanto destinata a produrre ripercussioni assai gravi». Il capo di Mittal afferma, inoltre, di essere disponibile ad accettare «di essere diluiti al rango di azionisti di minoranza (e perdere il controllo congiunto e qualunque potere di veto o voto decisivo)». Mittal lascia aperto alla cessione delle quote a un investitore che indicherà il governo ma «ad un prezzo almeno pari al nostro ultimo investimento».
Attualmente Acciaierie d’Italia Holding è detenuta al 38% da Invitalia e al 62% da ArcelorMittal. In mattinata il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, aveva sottolineato l’importanza del fattore tempo: «Abbiamo attivato le procedure che possono portare all’amministrazione straordinaria nell’arco di qualche settimana». Se poi «Mittal dovesse fare delle proposte in sintonia con quello che il governo ritiene assolutamente necessario», i soci possono tra loro «raggiungere eventualmente un’intesa».