Fulvia Colombo, Sanremo, le carrambate: così la Rai ha cresciuto un Paese

Fulvia Colombo, Sanremo, le carrambate: così la Rai ha cresciuto un Paese

E all’improvviso quella strana scatola iniziò a prendere vita. Sono le ore 11.00 di domenica 3 gennaio 1954 e l’annunciatrice Fulvia Colombo, il primissimo volto della tivù italiana, dà il via alle trasmissioni del Programma nazionale. È nata la Rai e da quel momento non ha mai smesso di esserci. La televisione pubblica ha accudito gli italiani come una chioccia, li ha cresciuti e svezzati, fatti diventare grandi. In una prima fase li ha persino istruiti, contribuendo ad abbattere l’analfabettizzazione del Paese, facendo un eccellente servizio pubblico, poi, li ha informati, intrattenuti e divertiti con programmi e film in prima visione. Bisogna ricorda che la Rai ha contribuito anche a creare una coscienza civile e sociale comune, attraversando le sorti dell’Italia dal boom economico fino ai giorni nostri. Come una mamma premurosa, quando c’è bisogno, lei arriva ad aiutarti. Anche se, in questo caso, serve schiacciare un bottone del telecomando per attivarla.

I primi istanti

In quel datato primo giorno di programmazione Vittorio Veltroni diresse il primo telegiornale della Rai, resistendo davanti allo schermo per quindici minuti. Nel corso della giornata prese il via anche la “Domenica Sportiva“, programma ancora in palinsesto dopo 70 anni, senza aver perso smalto e interesse da parte dei telespettatori. In quegli anni pionieristici un volto entrato nelle case degli italiani con la furia di un’erinni è sicuramente quello di Mike Bongiorno. Il mattatore newyorkese divenne l’anima di “Lascia o raddoppia“, il padre di tutti i quiz, che seppe coinvolgere il pubblico in modo appassionante. La leggenda racconta che la programmazione fu spostata dal sabato sera al giovedì, perché i ristoratori videro ridursi l’incasso più remunerativo della settimana a causa di “Mister Allegria”.

Mike Bongiorno, il re del quiz

Il vero simbolo della fase primordiale della Rai è, senza ombra di dubbio, “Carosello“, andato in onda dal 3 febbraio 1957 al 1º gennaio 1977. Sketch memorabili di alcuni dei volti più importanti dello spettacolo nostrano intervallati da messaggi pubblicatari che sono entrati nell’immaginario collettivo per più di una generazione. Durante la sua ventennale epopea, soltanto in sporadici ma storici momenti, fu interrotta la programmazione: per l’agonia di papa Giovanni XXIII, per la strage di Piazza Fontana, per la scomparsa di papa Pio XII, per l’assassinio dei fratelli Kennedy e per l’ammaraggio dell’Apollo 14.

Il varietà della Rai

Dallo Studio 1 di via Teulada a Roma sono stati registrati i primi varietà, gli spettacoli che hanno segnato un’epoca intera. Attori, cantanti e soubrette sono saliti sul palco e hanno lasciato il segno in modo indelebile. Indimenticabili Corrado, Raimondo Vianello e Sandra Mondaini, le intramontabili gemelle Kessler e la voce abbacinante di Mina. Un’era indimenticabile, e completamente vissuta in bianco e nero.

Raffaella Carrà e Pippo Baudo

L’epoca d’oro è considerata, quasi all’unanimità, quella di “Fantastico“. In onda dal 1981 al 1991, e tornato per una breve avventura nel 1997, è stato il salotto di Pippo Baudo, di Corrado e di Raffaella Carrà. Qui si sono affermati uomini e donne dello spettacolo a grande ritmo, ma meritano una menzione d’onore Loretta Goggi, da cantante a conduttrice, e Antonio Ricci che, prima di stravolgere le reti del Biscione con “Drive-In” e “Striscia la notizia”, si affermò con degli straordinari monologhi satirici.

L’improvvisazione e le “carrambate”

Quelli della notte” ha cambiato il corso della tv, perché il programma di Renzo Arbore stravolse tutti gli schemi. Essendo realizzato senza un copione, ha vissuto solo di improvvisazione, con tutti i talentuosi interpreti intenti a tener botto davanti alle telecamere andando rigorosamente a braccio. Ritmo forsennato e situazioni non sense hanno sancito il suo mirabolante trionfo.

Raffaella Carrà

Di diverso genere, ma altrettanto simbolico, lo è stato “Carramba che sorpresa“, programma condotto e plasmato a propria immagine dalla Raffaella nazionale. Lo stupore, le sorprese e gli incontri inaspettati sono diventati delle “carrambate”, entrando direttamente nel vocabolo italiano.

Il Festival di Sanremo

Il Festival di Sanremo è la manifestazione canora più importante d’Italia e, sebbene esistesse già prima, è diventata il simbolo della Rai per antonomasia. Ha attraversato l’epoca in bianco e nero, e dal 1977 viene trasmesso regolarmente a colori. Lo hanno condotto pilastri della televisione, a cominciare da Pippo Baudo, che tentò di sventare un (fittizio) suicidio nel 1995, fino all’attuale Amadeus, che presenterà anche l’edizione del 2024, dopo quelle degli ultimi anni dove ha dovuto tenere a bada degli scalmanati come Bugo e Morgan, o l’estroso Blanco. Insomma, buon compleanno “mamma Rai”, ancora cento e più di questi giorni.

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