E adesso? Come si farà a sostenere ancora la narrazione della Rai meloniana, occupata dalle truppe dei fratellini d’Italia? Dopo la chiusura del giochino flop di Pino Insegno Il mercante in fiera, ora viene fermato il programma di approfondimento di Nunzia De Girolamo: ultima puntata il 30 gennaio. Decisione corretta: ascolti troppo bassi, che non hanno mai superato il tre per cento di share, a fronte di costi alti. Lo show, realizzato in tutta fretta per sostituire quello di Bianca Berlinguer, non ha incontrato il gradimento del pubblico anche perché si basava su un assunto sbagliato: l’idea che far parlare il popolo (e dunque persone non competenti) potesse avere un appeal. Passo falso a cui è stato cercato di porre inutilmente rimedio in corso d’opera e con ulteriore tentativo dopo le feste di Natale. E questo nonostante la caparbietà della De Girolamo, cui non si possono addossare le colpe del flop se non quella di aver accettato un compito per cui forse non era ancora abbastanza pronta.
Insomma la “stella nascente” della Rai di destra (con marito importante esponente della sinistra, Francesco Boccia) messa momentaneamente in panchina (tornerà in primavera al sabato sera su Raiuno con Ciao Maschio) lascerà il posto a due giornalisti del fronte opposto, più vicini ai 5Stelle e alla sinistra. Uno, Duilio Giammaria, una quarantina d’anni in Rai, torna alla prima serata con il suo programma Petrolio dopo essere stato relegato al sabato pomeriggio dai precedenti vertici. L’altro, Peter Gomez, direttore del fattoquotidiano.it, sbarca sulla tv pubblica portandosi dietro il format di interviste La Confessione dal Nove. I due andranno in onda, uno di seguito all’altro, al martedì su Raitre dal 13 febbraio, dopo il tornado di Sanremo. Il tutto si inserisce nel progetto degli attuali dirigenti di viale Mazzini di trasformazione del terzo canale in rete dedita all’approfondimento e alla divulgazione in un’ottica pluralistica.
In questo piano rientra anche il ritorno a casa di Piero Chiambretti ad aprile. Per lui si immagina uno show a metà tra spettacolo e informazione. E qui sorge la domanda: perché non destinarlo al secondo canale deputato all’intrattenimento, spostando le Belve della Fagnani sul terzo? Comunque, un trio (Giammaria, Gomez e Chiambretti) non certo ascrivibile a un’appartenenza “destrorsa”.
A questi passaggi di volti noti, uscendo dal perimetro del terzo canale, si aggiunge un ritorno eccellente ancora più lontano dall’idea della Rai meloniana: Adriano Celentano. Lo ha annunciato l’ad Roberto Sergio. Il suo show, qualunque possa essere, si inserirà nelle celebrazioni per i 70 anni della tv/100 anni della radio.
A questo punto, spetterebbe a Massimo Giletti – anche lui di rientro in Rai dal 28 febbraio sempre per festeggiare il compleanno della tv – appuntarsi sul petto la medaglia ideologica, ma figuriamoci, più anarchico di lui non ce n’è.