Il tonno di Toninelli, la tassa Fornero e il metodo Lucarelli: ecco il podio dei peggiori

Il tonno di Toninelli, la tassa Fornero e il metodo Lucarelli: ecco il podio dei peggiori

Ferragnez, ancora voi? Breve interludio al podio dei peggiori. Non possiamo, anche solo en passant, sorvolare sulle “mirabili” gesta di Fedez. Mentre Chiara Ferragni sparisce dalla circolazione abdicando persino alle fashion week di Milano e Parigi (un tempo gettonatissima su entrambe le passerelle), il marito rapper ci mette del suo per confermarci quanto possano essere pericolosi i social. Proprio mentre Giovanna Pedretti decide di togliersi la vita e da Sant’Angelo Lodigiano esplode lo scandalo che travolge i Lucarelli (Selvaggia e consorte), Federico Lucia sbatte l’hater in prima pagina. Peccato che il volto mostrato a Mucchio Selvaggio sia di un’altra persona. Figuraccia. Ma soprattutto dimostrazione plastica di come si scatena la gogna social.

Ma veniamo alla terna vincente. Al terzo posto abbiamo Danilo Toninelli, ex parlamentare pentastellato ed ex ministro della Repubblica al tempo di Giuseppe Conte presidente del Consiglio, oggi in profonde ristrettezze economiche. Altro che Casta! Nemmeno il tonno al naturale, che in sconto lo troviamo a 1 euro e 99 centesimi (con addirittura una lattina in omaggio!), riesce più a permettersi. Vero è che lui, da intenditore, preferisce quello in vetro e il tonno in vetro è carissimo. “Io prima mangiavo il salmone – denuncia l’ex grillino dal suo canale Controinformazione – o mangiavo bresaola. Cancellati tutti: un po’ perché non voglio più mangiare carne né pesce, un po’ perché non è più fattibile”. E ancora: “Io non riesco più a prendere neanche il tonno. Avete presente una scatoletta di tonno? Io prima prendevo quello in vetro… ma porca puttana costava 2 euro e 50! Adesso sono 7! Ragazzi, è una roba devastante”. Quasi, quasi ci vorrebbe per lui un reddito di cittadinanza o, se solo i Cinque Stelle fossero ancora al governo, si affretterebbero a inventarsi un superbonus per il tonno, con lo Stato che corrisponde al richiedente il 110% del prezzo della scatoletta. Una cosa è certa: in nove anni da parlamentare, Toninelli ha portato a casa un milione di euro ma non è riuscito a mettere da parte granché. Forse gli avrebbe fatto bene seguire qualche corso di economia domestica e imparare a fare meglio i conti ma d’altra parte i Cinque Stelle al governo non hanno certo brillato nella gestione della spesa pubblica.

Al secondo posto un’altra che i conti non li sa fare benissimo: Elsa Fornero. I lettori del Podio se la ricorderanno sicuramente quando, in lacrime, annunciava al fianco dell’allora premier Mario Monti le riforme per stangare gli italiani. Nei giorni scorsi è tornata alla carica sponsorizzando l’ennesima imposta patrimoniale. “Ci possono essere molte buone ragioni per farla”, ha spiegato in un intervento sulla Stampa. “Innanzitutto serve alla crescita”. Ovviamente l’ex ministra vorrebbe mettere nel mirino il patrimonio immobiliare degli italiani. Esattamente come fece Monti nel 2011. Qualcuno, però, dovrebbe farle notare (se solo servisse a farla desistere) che quella tassa iniqua esiste ancora e ogni anno grava per ben 22 miliardi di euro sulle tasche degli italiani. Fortuna vuole che, in questo momento, al governo non ci sia la sinistra altrimenti, notte tempo, avrebbero già piazzato un’altra mazzata sul gobbone dei contribuenti.

Al primo posto del podio dei peggiori questa settimana troviamo i Lucarellis. Selvaggia e il compagno foodblogger, Lorenzo Biagiarelli. La drammatica storia della ristoratrice di Sant’Angelo Lodigiano e del post pro gay messo sotto i raggi x dell’opinione pubblica purtroppo la conosciamo tutti: prima il clamore e l’acclamazione social, poi il debunking e la gogna mediatica, infine il suicidio dopo l’onda di critiche e la convocazione dai carabinieri. Quello che spaventa, però, in tutta questa storia è l’applicazione del “metodo Lucarelli”: le accuse lanciate contro emeriti sconosciuti e i milioni di follower che sollecitati partono all’attacco contro il malcapitato. È esattamente così che si scatena la gogna social. Una gogna da cui alcune vittime difficilmente riescono a difendersi. E sotto la quale, nei casi peggiori, finiscono schiacciate. Proprio come è successo a Giovanna Pedretti.

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