Quattro giorni dopo la rivelazione della morte di Yossi Sharabi e Etai Sabirski, due degli ostaggi ancora nelle mani dei palestinesi, i terroristi che controllano la Striscia hanno diffuso la notizia del decesso di un altro prigioniero. Le brigate Al-Nasser Salah al-Din, braccio armato dei Comitati di resistenza popolare allineati con Hamas, hanno condiviso sui social un video in cui si afferma che Ohad Yahalomi è stato ucciso a seguito di un bombardamento delle Idf. Il filmato non è datato e non può essere autenticato in modo indipendente. Inoltre, a differenza di altri condivisi nel corso dei mesi di guerra, non viene mostrato il corpo, il che può far pensare che sia una notizia falsa.
L’uomo è un ufficiale israeliano rapito dal kibbutz di Nir Oz assieme al figlio 12enne Eitan, liberato il 28 novembre scorso dopo sette settimane di prigionia. Le immagini mostrano i terroristi mentre si prendono cura dell’ostaggio, ferito ad una gamba e a un braccio. Ohad ringrazia chi lo sta medicando, un comportamento comprensibile quando ci si trova sotto i ferri dei propri aguzzini. Il breve video si conclude con l’annuncio della morte dell’uomo.
Stando a quanto dichiarato dalle brigate Al-Nasser, Ohad Yahalomi e il gruppo di terroristi che lo aveva in custodia sarebbero rimasti feriti a seguito di un primo raid da parte delle forze di Israele, che avrebbero poi “deliberatamente preso di mira nuovamente Yahalomi con l’intenzione di ucciderlo”. Un’affermazione poco credibile ma, ammesso che l’ostaggio sia morto, vi è la possibilità che sia stato ucciso per errore.
Ohad Yahalomi, an Israeli soldier held captive in Gaza, was injured few weeks ago by Israeli bombardment on Gaza and received medical treatment.
Few days ago, Ohad was slaughtered in a second bombardment by Israeli warplanes.https://t.co/BTENBd1aVR pic.twitter.com/xtPIWTc0I1— Local Focus – Security Alerts (@LocalFocus1) January 19, 2024
Gli uomini delle varie organizzazioni della Striscia, infatti, tengono gli ostaggi con loro nei vari covi disseminati nell’exclave. Questi nascondigli vengono costantemente attaccati dalle Idf, impegnate nell’eradicazione totale di tutti i gruppi terroristici da Gaza, e vi è dunque il rischio che i prigionieri finiscano coinvolti nei bombardamenti. Non è però da escludere il fatto che Ohad Yahalomi sia morto a seguito delle ferite riportate durante il rapimento. Pare infatti che il 7 ottobre i terroristi gli abbiano sparato a una gamba.
In ogni caso, questo è solo l’ultimo dei tanti “proiettili” sparati dalle organizzazioni palestinesi nella loro campagna di guerra psicologica contro Israele. Dall’inizio della guerra, infatti, i terroristi hanno condiviso svariati video in cui gli ostaggi chiedevano al governo di Netanyahu di interrompere le ostilità e di liberarli. L’obiettivo di questa “offensiva” virtuale è mettere pressione sul governo israeliano e costringerlo a cercare un accordo per un cessate il fuoco, il che permetterebbe ad Hamas e ai suoi alleati di riorganizzare le proprie difese, ristabilire la gerarchia di comando decimata dalle Idf e resistere in maniera più efficace alle operazioni dello Stato ebraico.