«Il piano nazionale italiano per l’acciaio sarà pronto entro giugno», ha annunciato ieri il ministro del Made in Italy e le Imprese Adolfo Urso che, dopo aver avviato l’amministrazione straordinaria all’ex Ilva di Taranto in vista del rilancio, ha messo un primo tassello a Piombino. Grazie alla tecnologia della friulana Danieli e all’asse con l’ucraina Metinvest, la nuova industria dell’acciaio nazionale passerà quindi anche da Livorno. Di fatto, uno dei quattro assi che insieme alle acciaierie del Nord, comporranno il poker del nuovo acciaio italiano. Ma che cosa avverrà concretamente a Piombino? «Si tratta di un progetto greenfield (cioè di un impianto ex nuovo, ndr) – spiega a il Giornale Luca Villa, ad di Metinvest Adria – che si basa su due forni fusori elettrici ad alta tecnologia che potranno produrre un acciaio di alta qualità come avviene oggi con il ciclo integrale negli altoforni. Pur usando in parte rottame per alimentare la produzione il nuovo processo permetterà di avere un acciaio flessibile e pulito. Un processo che ci consentirà dunque di andare a rifornire anche l’automotive, l’industria meccanica e a quella che fa uso di acciai strutturali». Un obiettivo che sarà realizzato da Metinvest Adria, joint venture tra Danieli (25%) e Metinvest (75%). «L’operazione per complessivi 3 miliardi sarà finanziata in project financing e supportata da finanziamenti statali con un obiettivo di arrivare a produrre 2,7 miliardi di tonnellate di acciaio all’anno dal 2027». L’iter che porterà alla produzione prevede tutti i passaggi ministeriali del caso (un anno) e poi la realizzazione del progetto in 24-30 mesi: sarà un impianto completamente digitale che darà lavoro a 1.500 persone e avrà un impatto ambientale dieci volte inferiore a quello di una linea tradizionale.
Cruciale il contributo di Metinvest che, avendo perso i propri siti produttivi a causa del conflitto con la Russia, cerca “casa” per poter sostituire gradualmente i 12 milioni di produzione persa. «L’accordo prevede infatti che il pre-ridotto per alimentare Piombino arrivi dall’Ucraina, dove il gruppo ha tra l’altro diverse miniere». Sempre in quest’ottica «ad oggi non ci sono le condizioni – ha detto l’ad – per un intervento su Taranto. Se non per le forniture di materie prime che stiamo effettuando. Però, se ci fosse un quadro chiaro, Metinvest potrebbe essere interessata a entrare in partita. La priorità ora è Piombino».
E proprio ieri si è tenuto l’atteso tavolo con l’indotto in cerca di tutele in vista dell’imminente amministrazione straordinaria. Un incontro interlocutorio durante il quale Urso ha chiarito che «sarà necessario attendere l’insediamento dei commissari straordinari in Acciaierie d’Italia, i quali dovranno rendicontare quale è la situazione attuale, prima di migliorare il decreto e affinare gli strumenti alle esigenze del mondo produttivo e delle imprese». Durante l’incontro, secondo quanto trapela, il ministro avrebbe inoltre chiamato in causa l’ad Lucia Morselli come titolare delle informazioni sullo stato dei debiti verso i fornitori.