La censura dell’Unione Sovietica contro Rambo II – La vendetta

Rambo III, quando Stallone licenziò tutti per vanità personale

Al pari di Rocky Balboa, il personaggio di Rambo, veterano della guerra del Vietnam, è uno di quelli entrati di prepotenza nell’immaginario collettivo, al punto da trascendere il solo ambiente cinematografico e diventando parte della cultura generale. Dopo il successo del primo capitolo, nel 1985 arrivò al cinema Rambo II – La vendetta, che torna stasera in tv, alle 21.34 su Italia 1.

Rambo II – La vendetta, la trama

John Rambo (Sylvester Stallone) sta scontando la pena ai lavori forzati nel distretto di Washington D.C. Questa sua feroce e anonima routine viene però spezzata quando il colonnello Trautman (Richard Crenna) si presenta con una possibilità di salvezza: egli è infatti pronto a “liberare” Rambo, a patto però che il veterano sia disposto a tornare a Vietnam, nel teatro dei suoi peggiori incubi, per rintracciare alcuni prigionieri statunitensi dai campi militari della zona. Aiutato dal suo contatto Co Bao (Julia Nickson-Soul), Rambo accetta di svolgere la missione e documentare ciò che vede, come chiesto da un funzionario politico (Charles Napier). Tuttavia, arrivato al campo militare, Rambo si rende conto di essere, in realtà, in un vero e proprio campo di concentramento, dove i prigionieri sopravvivono in condizioni disumane e umilianti. La sua decisione di liberare uno di loro e di venire meno alle richieste del funzionario statunitense che lo aveva “assunto” saranno il punto di partenza di una vera e propria caccia all’uomo: Rambo diventa l’uomo più ricercato dai vietnamiti, che sembrano non aver altro scopo nella vita se non quello di ucciderlo, insieme alla ragazza che gli fa da guida e che ha cominciato a provare qualcosa per lui.

La decisione dell’Unione Sovietica

All’inizio della produzione, Rambo II – La vendetta aveva un aspetto diverso da quello che è arrivato poi sul grande schermo. Come si legge sul sito dell’Internet Movie Data Base, infatti, all’inizio James Cameron aveva scritto una sceneggiatura che prevedeva momenti di “sollievo”, con l’aggiunta di una spalla per Rambo che potesse funzionare come una valvola di sfogo, una sorta di cosiddetto “comic relief“, quel personaggio cioè che viene inserito in quasiasi tipo di storia per alleggerire i momenti di tensione, fare battute per dare sollievo al protagonista e rendere, di fatto, meno cupa una situazione difficile. Nel leggere questa prima stesura di sceneggiatura, però, Sylvester Stallone non fu affatto contento. Non gli piaceva l’idea della “spalla” né apprezzò il fatto che fosse proprio questo personaggio ipotetico ad avere le parti migliori di dialogo. Quasi temesse di vedere la luce della ribalta allontanarsi da lui, Stallone effettuò numerosi cambiamenti, eliminando anche le storie di background degli altri personaggi. Inoltre aggiunse anche la forte atmosfera politicizzante che scorre per tutto il film e che, nel 1985, spinse molti critici a storcere il naso, definendo la politica ritratta del film come controversa, soprattutto perché dava l’idea di voler vestire la guerra del Vietnam di un velo di eroismo che cozzava con i sentimenti di un popolo che, proprio per quel conflitto bellico, aveva perso moltissimo e che aveva finito col considerare la guerra inutile e mossa solo dall’ambizione di pochi eletti. James Cameron asserì in più di un’occasione che lui si era occupato solo di scrivere l’azione del film e che la parte politica era interamente responsabilità di Stallone.

L’interprete di Rocky Balboa, infatti, nel lungometraggio diretto da George Pan Cosmatos, aveva voluto anche inserire la presenza dell’Unione Sovietica nelle file dei nemici. L’ingresso dell’URSS nella diegesi della pellicola avviene dopo la prima cattura di Rambo, quando un piccolo contingente sovietico fa il suo ingresso in scena, guidato dal colonnello Podovski, che ha il compito di portare a galla le motivazioni dietro la presenza di Rambo in quelle zone e trovare un modo per renderlo inoffensivo per il futuro. Come riporta anche ScreenRant, alcuni spettatori furono confusi nel trovare forze sovietiche in Vietnam. D’altra parte bisogna ricordare che il Novecento fu un secolo dove l’alleanza tra l’allora Unione Sovietica e il Vietnam non era così fuori dal mondo.

L’URSS, inoltre, aveva dato il proprio sostegno al Vietnam durante la guerra contro gli Stati Uniti d’America. Inoltre non bisogna dimenticare che Rambo II – La vendetta venne realizzato proprio durante gli anni della Guerra Fredda, perciò non era così inaspettato immaginare che un veterano della Guerra del Vietnam si trovasse ad affrontare anche le truppe sovietiche, come a voler dimostrare sul grande schermo la supremazia degli Stati Uniti. Tuttavia questo ritratto non piacque all’Unione Sovietica che, all’uscita del film, decise di effettuare un atto di vera e propria censura. Come si legge su IMDB, infatti, per prima cosa venne cambiato l’anno di ambientazione della storia, che venne spostato al 1943. Successivamente vennero modificati tutti i dialoghi, di modo che le truppe sovietiche diventassero nazisti, i vietnamiti giapponese e i prigionieri di guerra che Rambo doveva salvare erano prigionieri della Seconda Guerra Mondiale, tenuti in ostaggio in qualche zona non meglio identificata delle Filippine.

Leave a comment

Your email address will not be published.