Lo scandalo della chat a luci rosse. Otto indagati al circolo chic di Pavia

Lo scandalo della chat a luci rosse. Otto indagati al circolo chic di Pavia

Sono indagati per diffamazioni gli otto soci della Canottieri Ticino – il più blasonato circolo di Pavia, 150 anni di vita e uno sgradevole «scandaletto» da gestire – che si scambiavano commenti osé sulle caratteristiche fisiche delle frequentatrici del circolo in una chat di Whatsapp che ora è una sorta di «corpo» del reato.

La vicenda, raccontata inizialmente della Provincia Pavese e oggetto di una indagine della Procura della Repubblica di Pavia, prende il via ad agosto, quando alcune frequentatrici del circolo vengono a sapere dell’esistenza di una chat in cui alcuni membri di mezza età del circolo si scambiano foto di giovani donne riprese in piscina e in costume da bagno, con commenti senza filtro e votazioni sugli immaginabili attributi fisici.

Le giovani donne, spesso peraltro figlie di soci coetanei dei simpaticoni, sono dagli otto trattate come delle vere e proprie «prede». In molti casi gli uomini, tutti attorno ai cinquant’anni, si sfidano anche a conquistarle. Naturalmente nella chat si divulgano anche pettegolezzi su tradimenti e attività sessuali dei soci. Tre donne sporgono denuncia ma sulla vicenda calato per mesi un velo di omertà, fin quando La Provincia Pavese non scopre e divulga l’apertura di un fascicolo da parte della Procura di Pavia.

La parte più consistente delle indagini si basa sulle confessioni di uno degli otto membri del gruppo, che ha deciso di interpretare il ruolo del «pentito» e ha consentito l’identificazione degli altri sette. Si tratta di un consigliere della società, che è stato sospeso per tre mesi dal collegio dei probiviri della Canottieri Ticino. L’uomo si dissocia dal tenore dei commenti pecorecci ma si difende sostenendo che le chat incriminate sarebbero state scoperte in modo illegale, sottraendo e consultando senza permesso il suo telefonino lasciato incustodito su un lettino in piscina. Una donna «avrebbe notato un messaggino appena arrivato, prendendo in mano lo smartphone, leggendo e fotografandola». Le donne che hanno sporto denuncia sostengono invece di aver scoperto la vicenda grazie alla confessione di uno degli otto resa alla moglie, che avrebbe condiviso il racconto.

I nomi degli otto, che non sono ancora indagati, sono naturalmente oggetto di grande curiosità nella cittadina sul Ticino. In questi giorni si gioca al toto-debosciato con quella perfidia che si riserva volentieri ai membri di un circolo esclusivo e quindi per definizione «spocchiosi». Quanto alla direzione del circolo, una volta che la vicenda è venuta fuori si è limitata a mandare una mail imbarazzata ai soci in cui si auspica «di salvare il clima di amicizia e vicinanza che da sempre contraddistingue la società». Ma i vertici sono sotto accusa per aver cercato di coprire la vicenda e per la lentezza con cui stanno reagendo alla richiesta di molti soci di fare chiarezza e prendere provvedimenti.

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