Nell’era della pandemia (copyright dell’agenzia di risk rating Kelony) serve un piano per arginare la diffusione dei virus. Il governo di Giorgia Meloni ha preparato il Piano pandemico 2024-208, un documento di 226 pagine. Perché adesso? «Il Covid è stata la prima malattia X, causata da un agente patogeno sconosciuto, e potrebbe succedere di nuovo», aveva detto al World Economic Forum di Davos il numero uno Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus. Non sappiamo ancora la verità sul Covid, e forse non la sapremo mai. Ieri il Wall Street Journal citando un report del ministero della Salute Usa dice che la Cina isolò e mappò il Covid-19 almeno due settimane prima di dirlo al mondo.
Ma la lezione della pandemia e le falle nella gestione (cure domiciliari, mascherine contraffatte, lockdown a singhiozzo eccetera) non devono ripetersi. E per capire gli errori del governo di Giuseppe Conte serve la commissione d’inchiesta che l’altro giorno ha visto la luce. Pd, sinistra e M5s temono che si trasformi in una «vergognosa caccia alle streghe» contro l’ex premier e il ministro della Salute Roberto Speranza (foto). Che nel libro Perché guariremo, misteriosamente sparito dagli scaffali, aveva detto che la Cina era preoccupata dal virus ben prima che la notizia si diffondesse, come conferma il Wsj. Ma il punto di partenza resta il Piano pandemico. I grillini, bluffano, parlando di «copia-incolla» di quello di Conte. Ne aveva uno ma non lo applicò. Per la Procura di Bergamo questo avrebbe causato il pasticcio di competenze dietro la mancata chiusura della Zona rossa tra Alzano e Nembro e l’aumento dei morti in Val Seriana, ma il nesso eziologico non è di fatto dimostrabile nonostante gli sforzi del perito della Procura Andrea Crisanti, oggi stranamente contrario alla commissione. Questo Piano sarà tutto incentrato sui vaccini e mascherine, con una comunicazione semplice ed efficace sul rapporto costi/benefici contro la disinformazione, le misure saranno modulate in base a casi, ricoveri e decessi, si prevede di rafforzare la preparedness nazionale e locale e di creare una regia unica nazionale e centralizzata. Cinque gli obiettivi: ridurre trasmissione, morbilità e mortalità; azioni appropriate e tempestive coordinate; ridurre l’impatto sui servizi sanitari; tutelare la salute di medici, infermieri e operatori dell’emergenza; informare, coinvolgere e responsabilizzare la comunità. Sì ai lockdown ma solo per un tempo strettamente necessario «affinché rischi e danni per i singoli siano contenuti e inferiori al beneficio collettivo auspicato». «La Commissione d’inchiesta sia l’occasione per rivedere l’intero apparato normativo di gestione delle emergenze, come i grandi rischi la pandemia va elevata a «questione di sicurezza nazionale e la sua gestione va centralizzata nell’ambito della Difesa civile», dice al Giornale Robert Lingard, ex consulente dei legali dei familiari delle Vittime di Covid della Bergamasca.