Non solo in Inghilterra, ma anche nel resto del mondo c’è apprensione per le notizie sulla salute della principessa Kate Middleton, ricoverata a Londra dopo un’operazione chirurgica all’addome, eseguita “con successo” ma che la costringerà a una degenza stimata in 10-14 giorni. La notizia, riportata dal Daily Mail, è stata confermata con l’annuncio “formale” del Palazzo reale, che ha parlato di un’operazione già preventivata. La principessa sarà lontana dagli impegni di corte almeno fino a Pasqua.
Troppo tempo per essere un semplice intervento anche basandosi sulla lunga degenza ospedaliera. Ma di cosa è stata operata la principessa? Al momento resta un mistero e sempre da Palazzo è stato richiesto il più stretto riserbo, ma le ipotesi sono tante e qualche indiscrezione comincia a trapelare.
Le ipotesi
Il Daily Mail ha posto la domanda ad un esperto che, per avanzare delle ipotesi, è partityo da ciò che si conosce: l’intervento all’addome, la degenza in ospedale per circa due settimane e il riposo lontano dalle attività almeno fino a Pasqua. Il medico ha ipotizzato che, partendo da questi dati, si può ipotizzare una possibile isterectomia (l’asportazione dell’utero), che può essere fatta non solo per intervenire su un tumore ma anche per prevenire un futuro rischio oncologico.
Di che operazione si tratta
L’isterectomia è un intervento chirurgico che consiste, come detto, nella rimozione dell’utero e può essere essere necessario in diversi casi: fibromi uterini, endometriosi, malattia infiammatoria pelvica, prolasso uterino, tumore all’utero, della cervice o delle ovaie oppure altre cause di sanguinamento vaginale e/o dolore cronico che non rispondono ad altri trattamenti.
È importante ricordare che questo tipo di intervento è particolarmente invasivo sia da punto di vista fisico che psicologico e viene preso in considerazione dai medici e accettato dai pazienti in assenza di altre alternative, anche se la maggior parte delle volte può essere risolutivo per molte problematiche e addirittura salvare la vita alla paziente.
Conseguenze dell’intervento
Dopo un’isterectomia una donna non può più rimanere incinta e questo è sicuramente uno degli aspetti più importanti da prendere in considerazione, visto che l’intervento è irreversibile. L’operazione invece non influenza la sfera sessuale e i rapporti possono essere ripresi in modo normale entro alcune settimane.
Con l’operazione spariscono invece le mestruazioni e si va incontro alla cosidetta menopausa chirurgica a prescindere dall’età che si ha. Quando invece si subisce un’isterectomia e si lasciano le ovaie, non subentra immediatamente la menopausa, ma aumenta la probabilità di svilupparla naturalmente nell’arco dei 5 anni successivi.
L’intervento
Esistono diversi modi per intervenire, come riportato dal sito healthy.thewom.it:
• Isterectomia totale, vengono rimossi utero e cervice uterina. Si tratta dell’intervento più frequente;
• Isterectomia subtotale, la cervice viene lasciata in posizione;
• Isterectomia totale con annessiectomia bilaterale, sono asportati utero, cervice, tube e ovaie;
• Isterectomia radicale, simile alla totale ma vengono rimosse anche la parte superiore della vagina e le ghiandole linfatiche pelviche (si tratta di un’opzione a cui si ricorre in caso di tumori invasivi).
Come si esegue
L’operazione di per sé può avvenire con diverse modalità anche in base alla diversa natura del problema:
• Isterectomia vaginale (colpoisterectomia), l’utero viene rimosso attraverso un taglio nella parte superiore della vagina (non rimangono quindi cicatrici visibili);
• Isterectomia addominale, effettuato attraverso un taglio nell’addome inferiore, che può essere verticale sulla linea mediana o trasversale (incisione “bikini”). Entrambe le incisioni di solito guariscono lasciando una cicatrice molto piccola;
• Isterectomia laparoscopica (laparoisterectomia), richiede solo piccoli fori addominali.
L’operazione per via vaginale causa generalmente meno complicazioni rispetto all’isterectomia addominale o laparoscopica, così come la convalescenza richiesta può rivelarsi più breve. In ogni caso la paziente operata rimarrà in ospedale per alcuni giorni e, a secondo dell’intervento, dovrà eseguire un’adeguata convalescenza. L’intervento può essere eseguito sia in anestesia locale che totale in base alla tecnica usata.
La convalescenza
La maggior parte delle pazienti rimane in ospedale per uno o due giorni dopo l’intervento chirurgico, ma in alcuni casi la dimissione può avvenire anche prima (soprattutto se la causa che ha portato all’intervento non è la presenza di un tumore). Allo stesso modo il tempo necessario per tornare all’attività dipende sempre dal tipo di intervento che si è eseguito. La chirurgia addominale può richiedere da quattro a sei settimane mentre quella vaginale o laparoscopica ha un recupero più rapido, dalle 3 alle 4 settimane.