Ma che cosa vuole fare Tomaso Montanari? Si candiderà a sindaco di Firenze? Ma soprattutto: cosa intende esattamente quando parla di “Liberazione”? Sì, perché il nome dell’associazione lanciata dallo storico dell’arte in vista delle prossime elezioni Comunali lascia molto perplessi: si chiama “11 agosto”, data molto cara alla comunità fiorentina perché segna – con il 1944 – la liberazione della città dai nazi-fascisti. Ora, è vero che anche in questo 2024 l’ossessione del professor Montanari per il tema del fascismo non è mai mancata, soprattutto da quando al governo è arrivata Giorgia Meloni, ma questi pericolosissimi “fascisti” dei nostri tempi non hanno mai governato il capoluogo toscano nemmeno per un millesimo di secondo. E allora, con chi ce l’ha il rettore dell’Università per stranieri di Siena?
È presto detto. Nel manifesto che accompagna la chiamata alle armi per progettare una metropoli nuova, Montanari se la prende espressamente con Matteo Renzi e Dario Nardella, gli ultimi due sindaci (ovviamente eletti con il Partito Democratico). “Negli ultimi quindici anni c’è stato un unico filo conduttore – indica lo storico dell’arte -: Firenze città per pochi privilegiati, Firenze città vetrina, Firenze privatizzata. Firenze è stata ridotta a una merce: e a una merce svenduta alla speculazione internazionale“. Un bisogno di discontinuità che, dunque, non potrà mai essere affidato a Sara Funaro, la candidata sindaca del centrosinistra per le elezioni di giugno che ha immediatamente comunicato di volere portare avanti il lavoro dell’ultima giunta. “Pensiamo che questo sia un grave errore, e un grande pericolo – prosegue Montanari -. Perché significa che chiunque voglia cambiare qualcosa dovrebbe votare a destra“.
E occhio, quindi, a lasciare campo aperto agli avversari: la Toscana, città dopo città, sta passando infatti “a una destra ancora fascista“, ripete con il solito refrain. Se la coalizione che ora governa il Paese riuscisse veramente a salire anche a Palazzo Vecchio sarebbe “la rovina finale e definitiva“. Dopo questi passaggi così risoluti, a tutti poteva sembrare chiaro che Tomaso Montanari volesse candidarsi sindaco con questa sorta di lista civica. E invece no: “Sono grato per questa fiducia. Ma sono profondamente convinto che la soluzione non sia collocare una singola persona in alto, bensì prendersi cura di ogni singola persona, a partire da chi sta più in basso“.
Rimane comunque ancora evasa una domanda: con chi si alleerà a Firenze? Per il momento non c’è alcuna “fuga in avanti” su possibili accordi, che siano con la lista di Cecilia Del Re o con la sinistra di Palagi o se ci sarà una candidatura in solitaria. Si parla più genericamente di una “associazione aperta a tutti e a tutte coloro che vogliono cambiare lo stato delle cose: un contributo per provare a unire, coalizzare, tenere insieme le persone e le forze che davvero vogliono ricostruire Firenze“, ma con un appello chiaro rivolto ai tanti che hanno smesso di votare. L’appuntamento è fissato per il prossimo 8 febbraio: per inciso, si terrà in pieno Festival di Sanremo. Non sarà propriamente uno show immancabile come quello dell’Ariston, ma con il brano dal titolo “Liberiamo Firenze” una piccola speranza di vincere almeno il premio della critica c’è. Quella invece di trionfare alle urne è del tutto inesistente: un po’ come i nemici additati da Montanari.