Un vecchio post pubblicato sui social, una scritta a pennarello scambiata per un tatuaggio. E la gaffe è servita. Gad Lerner scivola sull’ennesima caccia al fantasma fascista: stavolta l’ex conduttore tv se l’è presa con il candidato del centrodestra alle regionali in Sardegna, Paolo Truzzu, ricicciando una foto che quest’ultimo aveva messo sui social nel 2016. “Il candidato presidente della Regione Sardegna scelto da Fratelli d’Italia si chiama Paolo Truzzu e sul braccio si è tatuato un bel Trux. Così, tanto per ricordare con chi abbiamo a che fare“, ha commentato il giornalista, soffermandosi su quella scritta che l’esponente politico esibiva sull’avambraggio.
Il candidato presidente della Regione Sardegna scelto da Fratelli d’Italia si chiama Paolo Truzzu e sul braccio si è tatuato un bel TRUX. Così, tanto per ricordare con chi abbiamo a che fare pic.twitter.com/kriPfXKSUS
— Gad Lerner (@gadlernertweet) January 18, 2024
Allarme antifascista: secondo Lerner, quell’immagine allungherebbe inquietanti ombre sul candidato del centrodestra per presunte allusioni nostalgiche. Nei tempi in cui il cosiddetto debunking è tornato al centro dell’attualità (purtroppo per un risvolto drammatico), qualcuno sul web ha però fatto notare al giornalista la cantonata in agguato. “Grande Gad! Secondo lei quello è un tatuaggio? Neanche all’asilo“, ha commentato un utente, deridendo le convinzioni dell’ex conduttore. E un altro: “Ma se lo è scritto col pennarello dai, mica può esistere un tatuaggio così orrendo“.
E del resto risulta davvero difficile credere che il politico sardo si fosse fatto tatuare quella scritta, che peraltro richiamava in modo autoironico il suo cognome. L’immagine va peraltro contestualizzata, giusto per non cadere in fuorvianti strumentalizzazioni. Truzzu l’aveva pubblicata nel 2016 accompagnata dalla scritta “Quanta ipocrisia“. L’allusione dell’esponente politico era al caso dell’ex calciatore Paolo Di Canio, quell’anno sospeso da Sky per un tatuaggio con la scritta “Dux” spuntato in diretta dalla manica corta di una t-shirt. In quel periodo la decisione fece discutere e il post di Truzzu si inseriva in quel dibattito innescatosi anche sui social network.
Stando al post di Lerner, otto anni dopo quella discussione il finto tatuaggio dell’esponente politico sardo sarebbe un elemento degno di nota. Se questo è il livello del dibattito che appassiona la sinistra, si salvi chi può.