Emanuele Pozzolo si è avvalso della facoltà di non rispondere per la vicenda dello sparo di Capodanno nell’ex asilo a Rosazza. Il deputato è stato convocato a sorpresa nella giornata di ieri dalla Procura di Biella ma ha scelto il silenzio, nonostante avesse ripetuto nelle interviste rilasciate dopo il 1° gennaio che avrebbe parlato soltanto con i giudici. L’interrogatorio – fissato per sentire la sua versione dei fatti – del parlamentare sospeso dal gruppo di Fratelli d’Italia, ora indagato per lesioni colpose, è arrivato molto prima delle previsioni, grazie a un abile “depistaggio” da parte dei magistrati.
Nei giorni scorsi la procuratrice Teresa Angela Camelio aveva avvalorato l’ipotesi secondo cui la deposizione del parlamentare sarebbe stata fissata solo dopo la conclusione delle perizie tecniche in corso da parte del Ris di Parma e della consulente Raffaella Sorropago. Invece ieri la Procura ha deciso di convocare il deputato, proprietario della pistola dalla quale è partito il colpo che la notte di capodanno a Rosazza ha ferito alla gamba Luca Campana, il 31enne genero di un agente della scorta del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, che era tra i partecipanti alla festa. Pozzolo, che era accompagnato dal suo legale Andrea Corsaro, è dunque rimasto in silenzio, probabilmente preferendo non “scoprirsi” in attesa degli esiti delle analisi tecniche. L’esame dello Stub e la perizia balistica all’interno del locale della festa non sono infatti ancora stati conclusi: dovranno dare risposte su quanto avvenuto effettivamente quella notte.
Il tutto è avvenuto a poco più di due settimane dallo sparo alla festa di Capodanno, che ha visto direttamente coinvolto proprio l’onorevole Emanuele Pozzolo, e il giorno dopo che la prefettura di Biella ha revocato il porto d’armi al parlamentare sospeso dal gruppo di Fratelli d’Italia. La decisione era stata assunta dal prefetto Silvana D’Agostino, che contestualmente ha vietato a Pozzolo la detenzione di armi o munizioni. Nella sua nota, la prefettura di Biella spiega che il provvedimento è stato adottato “a causa del comportamento incauto dallo stesso tenuto durante i festeggiamenti della notte di Capodanno, improntato a leggerezza e sottovalutazione della pericolosità delle armi“.
Le testimonianze acquisite dagli inquirenti sembrano volere indicare una responsabilità diretta del parlamentare, che però di fatto – se non genericamente negare – non ha fornito alcuna risposta da indagato agli inquirenti. “La pistola mi è scivolata dalla tasca del giubbotto” e qualcuno “l’ha raccolta e ha armato il cane“, aveva sostenuto Pozzolo nella sua dichiarazione ai carabinieri, il mattino del 1° gennaio, nella caserma dell’Arma ad Andorno (Biella) quando era ancora una persona informata sui fatti. Oltre alle dichiarazioni del ferito ci sono anche quelle del suocero di Campana, Pablito Morello, che accusano l’onorevole. Infine c’è la perizia balistica affidata alla consulente tecnica Raffaella Sorropago che ha effettuato un sopralluogo.