L’Europa, grande assente nella crisi del Mar Rosso, prova a recuperare. E a tirare la volata ci pensa il nostro ministro degli Esteri Antonio Tajani deciso a metter in piedi una missione navale d’intesa con Francia e Germania. «Stiamo lavorando – spiega Tajani – perché accanto all’operazione Atalanta possa esserci una missione militare europea. L’ipotesi è di allargare quella attiva a Hormuz (la Agenor) per proteggere i traffici commerciali».
Tajani, d’intesa con il ministro della Difesa Guido Crosetto, guarda però anche a iniziative diplomatiche per smussare la tensione. Il tutto mentre gli Usa reinseriscono gli Houthi nella lista delle organizzazioni terroristiche senza però preveder sanzioni per chi intrattenga relazioni con loro. Questo pertugio potrebbe lasciar spazio a eventuali iniziative negoziali dell’Italia e dell’Europa. Immediata la replica dei ribelli yemeniti: «Gli attacchi alle navi nel Mar Rosso continueranno» ha assicurato il loro portavoce. E infatti in serata gli Houthi hanno rivendicato il lancio di missili antinave contro la portarinfuse americana Genco Picardy nel Golfo di Aden.
Sul piano militare la fretta di Tajani deve invece misurarsi con i tempi dell’euro-burocrazia. Per ottenere il via libera politico al suo piano dovrà attendere la riunione dei ministri degli Esteri Ue di lunedì. Ma il sì definitivo potrebbe non arrivare prima del Consiglio dei capi di governo Ue d’inizio febbraio. E comunque- vista l’assenza di un sistema di Difesa europeo- la scelta delle unità da inviare e la definizione delle regole d’ingaggio porteranno via almeno una settimana. Anche perché nei progetti di Tajani, e probabilmente di Parigi e Berlino, c’è anche l’inclusione nel dispositivo di navi extra-europee. Inoltre bisogna capire se ampliare le competenze della missione anti pirateria Atalanta, attiva nel Mar Rosso o se rendere finalmente operativa la missione Agenor avviata nel 2020 su iniziativa francese.
Concepita inizialmente per garantire la libertà di navigazione nello stretto di Hormuz, Agenor si è limitata a intestarsi un comando operativo nella base francese di Abu Dhabi, senza mai dotarsi di una forza navale. Quindi è una scatola vuota tutta da riempire per quanto riguarda dispositivo navale, compiti e raggio d’azione. Un raggio da estendere verso sud fino ad abbracciare il Mar Rosso, epicentro del conflitto con gli Houthi.
La definizione di questi elementi ne rallenterà inevitabilmente l’attuazione, ma Tajani è convinto che l’accordo, almeno con Francia e Germania, alla fine salterà fuori.
«Le navi nel Mar Rosso non hanno regole d’ingaggio per attaccare, ma hanno il diritto a difendere e proteggere, anche con l’uso delle armi, le navi mercantili», ha spiegato il ministro sottolineando che «il nostro lavoro nel Mar del Rosso punta a difendere il traffico marino in tutta l’area, fino a Suez».