Ci sono inferni casalinghi da cui è difficile uscire. E storie come questa, che per loro natura, ispirano riflessioni su dove si trovino davvero i pericoli. Li individuiamo spesso in strade buie e assolate. Ci sono molte occasioni, come in questo caso, in cui si trovano invece dentro le case, in camere da letto apparentemente calde e sicure, che si muovono sulle gambe di genitori a prima vista amorevoli e insospettabili. Milano, novembre 2022: finisce in carcere un 57enne che lavora saltuariamente per mantenere la famiglia, due figlie adottate dal Sud America, la moglie morta dieci anni prima per un tumore. L’accusa è terribile: avere violentato ripetutamente, ogni sera nel loro letto, le due figlie ora ventenni. Fin da quando la più piccola aveva solo 8 anni. Gli episodi si fermano pochi giorni prima dell’arresto.
L’inchiesta per violenza sessuale aggravata del pm Giovanni Tarzia e che ilGiornale è in grado di raccontare nasce dopo la denuncia di un’amica della minore delle due ragazze, oggi ventenni e seguite entrambe dagli psicologi per via della loro grande sofferenza psichica. Una delle due peraltro ha anche diversi problemi di salute. Nel corso delle intercettazioni ambientali compiute in casa della famiglia, si accertano le violenze che avvengono ripetutamente dopo la morte della madre adottiva, che per anni non trovano la forza di denunciare. Violenze poi confermate dalle ragazze nel corso dell’incidente probatorio che si è svolto alla presenza delle parti, davanti al gip.
Nessuno per anni si era accorto di nulla. Nulla traspariva nemmeno dalle relazioni periodiche che vengono obbligatoriamente realizzate in caso di adozioni per dare conto delle condizioni dei minori e del loro livello di integrazione nella nuova famiglia. Il 57enne, arrestato ormai a novembre di due anni fa, si trova ora ai domiciliari, in un’altra casa rispetto a quella dove vive una delle figlie (l’altra è in comunità). È a processo con rito abbreviato davanti al gup Tommaso Perna, mentre sono in corso le trattative per il risarcimento. In particolare è importante, secondo l’autorità giudiziaria, distinguere il risarcimento proposto dall’imputato rispetto quanto alle ragazze spetta di eredità (finora gestita dall’uomo), di mantenimento ancora obbligatorio.