Ora gli islamici sono pronti a far sentire la loro voce anche in politica. Vogliono incidere sulle elezioni, muovendosi in gruppo come comunità. Perché l’unione fa la forza e alle urne ogni voto può contribuire a spostare l’ago della bilancia, inshallah. Occhio dunque alle Comunali della prossima primavera, rispetto alle quali i musulmani starebbero già iniziando a soppesare la loro potenziale forza elettorale. Sta accadendo ad esempio a Sant’Angelo Lodigiano, dove la comunità islamica è pronta a mettere in campo il proprio pacchetto di preferenze.
Nella cittadina lombarda, infatti, gli stranieri con diritto di voto sono ormai numerosi e tra di essi ci sono molti appartenenti alla comunità musulmana. “Abbiamo parlato con diversi gruppi, ma non ci sono accordi fatti né impegni: una decisione arriverà entro il mese di febbraio. Intanto ci contiamo e ci organizziamo, in modo da pesarci“, ha spiegato al Cittadino Marco El Sheikh, leader della comunità islamica locale, confermando dunque di aver avviato contatti sul fronte politico. Per il momento, tuttavia, nessuna decisione ufficiale è stata presa.
Proprio come fanno solitamente i politici più navigati, per ora i musulmani non sciolgono le riserve su un loro possibile appoggio esterno a qualche candidato o a qualche lista. Intanto, mentre i partiti scaldano i motori, in molti si domandano quale posizione potranno assumere: la stampa locale, al riguardo, parla di “intesa vicinissima” con il gruppo di centrosinistra Voltiamo Pagina, che però smentisce. “Non abbiamo l’accordo con nessuno ancora, e non abbiamo preso impegni, anche se non nego di aver aperto il dialogo e i contatti con alcuni gruppi“, ha commentato intanto il leader della comunità islamica.
Così, i contatti informali proseguono e l’impressione è che nel frattempo i musulmani stiano cercando il modo di massimizzare il loro peso elettorale. Anche attraverso una presenza da protagonisti sulla scheda, qualora ci fossero le condizioni per farlo. Sull’argomento, l’esponente della comunità non si è troppo sbilanciato. “Entro i primi di febbraio decideremo come muoverci: può darsi che faremo un accordo con la presenza di alcuni di noi in lista in rappresentanza della comunità, oppure forse appoggeremo una lista dall’esterno, o ancora non aderiremo ad alcun progetto e non daremo indicazione di voto. Escludo invece che faremo una lista nostra“, ha precisato.
Non ci sarà insomma un “partito islamico” di riferimento (chissà che l’ipotesi non solletichi però la fantasia di qualcuno, altrove), ma la comunità potrebbe esprimere una preferenza verso uno specifico orientamento o nei confronti di singoli candidati. In una realtà medio-piccola come quella di Sant’Angelo Lodigiano, questo potrebbe comunque avere una certa influenza nel mettere in risalto le istanze di una presenza particolarmente attiva e numerosa. Nelle scorse settimane, ad esempio, a un corteo pro-Gaza organizzato in città presenziarono oltre 500 islamici, secondo quanto riportano le cronache locali. Sant’Angelo è peraltro sede di un luogo di culto islamico già in passato al centro di polemiche e di proteste solevate da alcuni gruppi di cittadini. Ora, alla vigilia del voto, quei contrasti rischiano di riaccendersi ulteriormente.