Mentre l’economia europea annaspa, la Germania entra in recessione con migliaia di agricoltori che protestano per le strade di Berlino e l’Ue non è pervenuta nella crisi in Medio Oriente e nel Mar Rosso (oltre che in Ucraina), l’europarlamento trova il tempo di discutere in plenaria della «recrudescenza del neo fascismo in Europa». Un dibattito surreale proposto dai socialisti che nasce dopo i saluti romani alla commemorazione di Acca Larentia ma che ha il chiaro intento di mettere sul banco degli imputati il governo Meloni e l’Italia. Eppure, quella che era stata presentata dalla sinistra europea come una discussione cruciale per scongiurare il «pericolo fascismo», si è rivelata nei fatti una farsa con un’aula dell’europarlamento deserta. Come sottolineato dal copresidente del gruppo Ecr Nicola Procaccini, l’aula vuota «spiega quanto sia più importante per gli antifascisti da salotto trovare posto al ristorante, piuttosto che tra i loro bianchi qui, in Parlamento». D’altro canto, che si trattasse di un dibattito solo con finalità politiche contro il governo italiano, era emerso già ieri quando era stata bocciata la proposta di controdibattito presentata dall’europarlamentare Vincenzo Sofo in cui si chiedeva di «garantire che sia fatta piena giustizia sui delitti ancora impuniti compiuti dal terrorismo politico».
Che non ci sia un rischio di ritorno al fascismo, come sottolinea il capodelegazione di Fdi-Ecr Carlo Fidanza, è un’evidenza che solo chi è accecato da un furore ideologico non riesce a vedere. Equiparare una minoranza di estremisti con i milioni di elettori di centrodestra in Italia mettendo sullo stesso piano gruppi radicali con i conservatori, significa travisare la realtà e il fatto che ciò avvenga nell’europarlamento testimonia la deriva della sinistra europea.