Stretta del Garante sugli influencer: maxi multe, regole e “divieto di odio”

Stretta del Garante sugli influencer: maxi multe, regole e "divieto di odio"

Multe fino a 250mila euro se gli influencer non rispettano le regole sulla trasparenza pubblicitaria. Fino a 600mila se non tutelano i minori. Il Garante per le Comunicazioni fissa nuovi paletti sulla comunicazione via social network. Paletti attesi da tempo ma non più rinviabili dopo il caso Ferragni e le polemiche sul «metodo Lucarelli».

Se finora tutti hanno potuto pubblicare di tutto e dire di tutto – senza un vero codice etico e poche (e confuse) limitazioni – ci pensa l’Agcom a mettere ordine nel caos macina-soldi. Non lo fa ancora con regole definitive ma con linee guida messe a punto lo scorso 10 gennaio in un lavoro collettivo dei rappresentanti delle varie categorie degli influencer. L’obbiettivo è creare un testo unico che faccia da filtro per regolare introiti e contenuti. Ci vorrà del tempo e il lavoro non sarà concluso prima dell’estate. Ma il tavolo tecnico ha già le idee ben chiare.

I CONTENUTI

L’obbiettivo delle linee guida è dire stop all’odio, alla discriminazione e all’istigazione al reato, tutelare i minori e diffondere una «corretta rappresentazione dell’immagine della donna». I post non devono contenere elementi che possano «determinare la deresponsabilizzazione dell’autore o la corresponsabilizzazione della vittima di violenza, odio, di discriminazione o di lesione della dignità umana o di qualsiasi altra forma di vittimizzazione secondaria». Le linee guida richiamano poi al rispetto delle norme in tema di tutela dei minori assicurando che non si possono pubblicare contenuti nocivi allo sviluppo fisico, psichico o morale. Inoltre, gli influencer si impegnano a garantire la presentazione veritiera dei fatti e degli avvenimenti e a verificare la correttezza e l’obiettività delle informazioni. Anche se non sono giornalisti.

LA PUBBLICITÀ

Non mancano richiami al rispetto delle norme in tema di comunicazioni commerciali, televendite e sponsorizzazioni e il divieto di pubblicità occulta, compresa quella camuffata o mal mescolata alla beneficenza. Le violazioni saranno punite con le sanzioni previste dal Testo unico: le multe possono arrivare anche oltre il mezzo milione di euro.

IL CENSIMENTO DEI BIG

Le linee guida individuano innanzitutto gli influencer che svolgono attività professionale in coloro che raggiungono un numero di follower pari ad almeno un milione, che hanno pubblicato nell’anno precedente alla rilevazione almeno 24 contenuti e che abbiano superato almeno su una piattaforma o social media un valore di engagement rate (tasso di interazione) medio negli ultimi 6 mesi pari o superiore al 2%.

I COMMENTI

«Bene che i contenuti social siano improntati sulla verità e rispettino parametri morali e giuridici» commenta Jacopo Ierussi, presidente Assoinfluencer. Positivo il lavoro iniziato anche per l’Unione editori e creators digitali Anica. Critico invece il Codacons, che giudica insoddisfacenti le linee guida. «Non sembrano andare nella direzione di limitare lo strapotere degli influencer né di tutelare adeguatamente i minori» su cui si chiedono regole più ferree e stringenti. La prima assurdità che salta all’occhio è quella relativa al tetto di un milione di follower, come condizione essenziale per l’applicabilità delle linee guida. Questo significa che chi non raggiunge tale limite, ma ha comunque un seguito di centinaia di migliaia di utenti, non è tenuto al rispetto delle misure e può continuare ad operare come meglio crede».

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