Alzi la mano chi non ha mai lanciato una maledizione al padrone di un cane che ha «dimenticato» di raccogliere i ricordini lasciati in strada dal suo amico a quattro zampe. Capita, spesso, al punto da costringere a gimkane su strade e marciapiedi per riuscire ad arrivare a casa puliti. Lamentele, proteste, richieste di controlli un po’ in ogni città. Ma c’è chi è andato oltre e ha deciso di dire basta. Bolzano ha imposto di schedare il Dna di tutti i cani «residenti» in modo da identificare tramite apposito esame il cane, e quindi il padrone, responsabile di non aver raccolto e smaltito la deiezione del proprio animale. Per chi verrà smascherato, ecco una multa variabile da 292 a 1.048 euro.
La decisione era già stata presa nel 2020 ma solo adesso è diventata operativa. Non senza problemi e polemiche. Intanto, la profilazione genetica è stata eseguita al momento solo per 5mila cani, sui 45mila censiti in totale nella zona. Non esattamente un successone. Anche perché il costo dell’esame di 65 euro, non è coperto dall’amministrzione ma è a carico dei proprietari dei cani. Il che, senza dubbio, non invoglia. Inoltre, la legge anti-cacca non si applica agli animali dei turisti o dei visitatori occasionali. Immaginare blocchi ai confini per l’esame del Dna di ogni animale è più scenario da film comico che ipotesi realistica. Ma nonostante si tratti di una campagna complessa e costosa, con critiche da parte dei proprietari e anche dell’associazione veterinari dell’Alto Adige, Bolzano tira dritto e anzi rivendica la bontà del provvedimento. «Diverse regioni italiane hanno mostrato interesse per questa iniziativa e anche il Ministero di Roma si sta occupando dell’applicazione della legge», ha detto il consigliere regionale responsabile dell’Alto Adige Arnold Schuler.
Niente sconti, dunque. Autorità locali e forze dell’ordine potranno quindi far controllare i campioni biologici degli escrementi abbandonati su strade e sentieri e confrontarli con quelli presenti nel database, sempre che le adesioni aumentino nel giro di breve per non rendere di fatto nullo il provvedimento. «Tutti i proprietari di cani che non avranno registrato i loro amici a quattro zampe potranno essere sanzionati», tuona Paolo Zambotto, direttore del Servizio veterinario provinciale. «Facile a dirsi, ma farlo è tutt’altro che semplice – accusa Madeleine Rohrer dei Verdi – Saranno solo spese in più per il Comune e anche la polizia locale ha ben altro da fare». Già, gli agenti. Al di là della maleducazione che sfocia in inciviltà da parte dei proprietari dei cani e dei disagi per chi si imbatte in sgradevoli ricordini, poveri loro, costretti a fronteggiare (e a raccogliere) prove fumanti. Nessuno potrà smentirli se diranno in giro di essere costretti a fare un lavoro di m…