Il caso del suicidio di Giovanna Pedretti è esploso a livello mediatico sfondando anche i confini nazionali, come dimostra l’articolo pubblicato sul DailyMail. Il suicidio non sembra essere messo in discussione dagli investigatori, che già prima che la donna compisse il gesto estremo avevano contattato Google per ottenere i tabulati dei social. Il dolore per la famiglia della ristoratrice è enorme ed è amplificato dall’assedio mediatico nel piccolo centro del lodigiano in cui la tragedia si è consumata.
“Lasciamo lavorare gli inquirenti, siamo ancora agli inizi, lasciamoli lavorare con tranquillità. La famiglia si sente assediata dai media: penso soprattutto alla mamma della signora, che ha 85 anni, alla figlia e al marito. Date loro tregua“, è l’appello dell’avvocato della famiglia, Simona Callegari, lasciato ai microfoni di LaPresse. Le indagini stanno andando avanti e in questa fase “dobbiamo solo aspettare le determinazione degli inquirenti ma vi chiedo di rispettate la sofferenza della famiglia“. L’unica cosa che al momento è stata appurata è il suicidio: la dinamica non lascia dubbi su quello che è accaduto all’alba di domenica. “Aspettiamo l’evoluzione delle indagini per capire cos’è accaduto, noi non sappiamo cos’è successo“, ha detto ancora l’avvocato, sottolineando che qualunque ipotesi sulle ragioni del gesto estremo è al momento prematura.
“Per ora non ci siamo fatti domande, lasciamo lavorare gli inquirenti. In base alle risultanze delle indagini faremo le nostre valutazioni“, ha detto ancora Callegari, ribadendo che la famiglia debba essere messa nelle condizioni di “vivere il proprio dolore senza essere assediata e possa uscire di casa nell’attesa che venga fatta chiarezza. La situazione è grave e difficile, mettetevi nei panni della figlia, del marito e del padre di 85 anni“.
Sant’Angelo Lodigiano (Lodi) è un piccolo paese di provincia che è stato travolto dal ciclone mediatico e tutti i cittadini si sono stretti attorno al dolore di quella famiglia, nota e benvoluta da tutti. “Stampa e tv: rispettate la famiglia e non fatevi vedere più“, si legge in un grande striscione affisso all’ingresso del paese. Una troupe è stata anche allontanata con una secchiata d’acqua, a dimostrazione che a Sant’Angelo, ora, è solo il tempo della preghiera e del lutto, senza inutili discussioni e polemiche.