«Non ho scelto apposta brani veloci, l’importante è che quando vengono ascoltati più volte possano diventare tormentoni». «Ci sono poche canzoni con temi sociali? Spesso il tema sociale è una scorciatoia». Amadeus riassume così le trenta, dicesi trenta, canzoni in gara al Festival di Sanremo in partenza il 6 febbraio. L’ascolto è come di consuetudine negli studi Rai di via Mecenate, l’ordine di ascolto è casuale ma questa volta il ritmo è decisamente superiore al passato. Insomma ieri è stata un’altra giornata (decisiva) verso il Festival non soltanto perché la musica ha preso forma ma anche per l’annuncio di Russell Crowe come ospite speciale l’8 di febbraio con la sua band blues e per la celebrazione di tre brani della storia festivaliera: il mercoledì sera Giorgia canterà E poi (che compie 30 anni), giovedì tocca a Eros Ramazzotti con Terra promessa (40 anni) e sabato sera a Gigliola Cinquetti che interpreterà Non ho l’età ben 60 anni dopo la prima volta. «Nei testi delle canzoni spuntano parole come pallottole o sparatorie? In questi cinque Festival non ho mai fatto cambiare un testo», dice Amadeus che è più preciso di un cronometro nelle risposte. Ma come sono questi brani? Qui di seguito le valutazioni dopo un ascolto che è stato il primo, quindi suscettibili di cambiare dopo l’esecuzione con l’orchestra e la forsennata emozione della diretta. Comunque ecco qui.
CLARA La bella Clara Soccini arriva dalla serie Mare fuori, è passata da Sanremo Giovani e con Diamanti grezzi tiene alto il ritmo con un brano che rispecchia il verso «cosa siamo noi, diamanti grezzi»: bella progressione, bassi coinvolgenti.
VOTO 6,5
DIODATO Lo riconosci subito e nei versi «cerchi l’ultima parte di me che crede ancora che sia possibile» c’è tutta la sua vena riflessiva. Ti muovi non è Fai rumore ma il brano è intenso, profondo, decisamente una conferma per uno degli autori migliori in circolazione. VOTO 7
MAHMOOD Canta che «quando fuori dalle medie le ho prese, ho pianto» e «dicevi tornatene al tuo paese». Ma Tuta gold non è un lamento, è un brano potente, forse il più moderno del Festival, con un arrangiamento vincente. Mahmood non è immediato ma sfrutta un colpo di scena ritmico che ricorda l’hand clap di Soldi. Se la gioca bene. VOTO 6/7
SANGIOVANNI Con Finiscimi fa decisamente un passo avanti con un pezzo che è una ammissione di colpa (forse nei confronti del suo ex amore Giulia Stabile). «Finiscimi, fammi sentire quanto sono pessimo». Ha 21 anni ma dimostra una maturità interpretativa al di sopra della media e, se si può dire, persino del pezzo. VOTO 7
LOREDANA BERTÈ Tocca alla vecchia guardia tenere alto il volume e il chitarrone che introduce Pazza conferma il ruolo di questa eterna ribelle: «Sono sempre una ragazza che per poco già si incazza». Il brano si apre poco nel ritornello ma è un piacere scoprire che Bertè è ancora Bertè. VOTO 8
BNKR 44 Una bella collezione di luoghi comuni nel testo, con «locali da spaccare», «cachet da star», «scrivo dentro un garage», Blur e Queen, «Mi porti via da me, dai miei incubi e dai miei vizi». Per carità, si è sentito di peggio. Ma è una occasione sprecata. VOTO 4
ALESSANDRA AMOROSO «Caramelle antipanico alle 2.43». In Fino a qui c’è una Alessandra Amoroso più matura che «Sto male ma a nessuno importa», «Sono come Sally» ma anche «Non ho più voglia di fare la guerra». Lo spettacolare «rallentamento» nell’interpretazione di «Non so stare a occhi chiusi sopra la follia» vale il biglietto. VOTO 8
FRED DE PALMA Un brano sull’amore e sulle scuse con un bel ritmo e un testo con «il cielo non ci vuole pieni di rimpianto fino all’overdose». Il cielo non ci vuole non è bello ma funzionerà. VOTO 5
FIORELLA MANNOIA L’esaltazione della femminilità pura, senza tempo e con i propri tempi. «Mi chiamano con tutti i nomi, tutti quelli che mi hanno dato». Nessuno meglio di lei può cantare il testo così irruente e profondo di Mariposa dentro generici ritmi latini danzerecci. Questa è la classe e la classe merita 8
THE KOLORS Difficile fare due tormentoni di seguito. Dopo Italodisco, ai The Kolors riesce con Un ragazzo una ragazza che cantano tutti subito al primo ascolto. Difficile resistere, è un brano che su TikTok diventerà virale. VOTO 7,5
EMMA Cerca la pacificazione dopo una crisi in un brano che toglie il fiato tanto è incalzante. Anche il ritornello è da cantare in Apnea proprio come dice il titolo. Emma ci mette sofferenza nell’interpretare un brano che è un importante segnale positivo. VOTO 7
SANTI FRANCESI Bella sorpresa. Dopo aver vinto X Factor si sono vestiti di umiltà e sono passati da Sanremo Giovani prima di arrivare a questo Festival con un brano che ne vale davvero la pena. È un pezzone in crescendo su come sono «rimasti con L’amore in bocca».
VOTO
7+
ROSE VILLAIN Altro candidato tormentone grazie a un ritornello colloso come con Click boom! ripetuto fino allo sfinimento. Al netto di versi strambi come «sei capace di trasformare il male in musica» è un bel biglietto da visita pop.
VOTO
6
NEGRAMARO Così si costruisce una ballatona. Ricominciamo tutto è la poesia di una coppia vissuta che era «come una canzone di Battisti all’alba senza le bionde trecce» e che ora si dice «Scendi che ti aspetto: ricominciamo tutto». Un amore che riparte. Una band che suona come pochi e che, con l’orchestra, sarà spettacolare. VOTO 9
BIG MAMA Forse è la prima rapper che fa rap a Sanremo (anche se dentro un tessuto dance). Marianna Mammone è credibile quando canta di bullismo e sofferenza. Ma il lato positivo di La rabbia non ti basta è che lei ha «le spalle larghe, la testa sopra ma i sogni ancora più in alto». VOTO 7
GHALI È bello se un trentenne riconosce che «siamo tutti zombie con il telefono in mano» e che, sull’onda della sua Cara Italia, si chieda «Qual è casa tua, qual è casa mia, dal cielo sono uguali». Il riferimento ai bombardamenti «degli ospedali» per «un pezzo di terra o un pezzo di pane» è chiaro ma non stucchevole. Casa mia funziona. VOTO 6,5
IRAMA Con una voce così può fare quel che vuole e Tu no è una maestosa dimostrazione di duttilità vocale. Ma non entusiasma al primo ascolto. VOTO 6
ANGELINA MANGO Altro che noia. Il brano La noia è una irresistibile cumbia nella quale si sente la penna di Madame. Ma a fare la differenza è l’interpretazione chirurgica ma passionale di questa ragazza che anche qui promette bene, molto bene. VOTO 7,5
GEOLIER Coraggiosa la scelta di cantare a Sanremo un testo che al 99 per cento è in napoletano (unico verso completamente in italiano è «E tutto quello che ho perso, non posso fare nient’altro». In I p’ me, tu p’ te funziona il groove e per Amadeus «non è più solo musica partenopea ma musica italiana». VOTO 6-
MANINNI Non è del tutto Spettacolare come il titolo del brano ma il barese Alessio Mininni in arte Maninni si distingue per la pacatezza espressiva e una costruzione armonica rassicurante. VOTO 6
LA SAD Al primo ascolto Autodistruttivo non entusiasma. Nel verso «affogo in una lacrima perché il mio destino è autodistruttivo» c’è una preoccupante dose di banalità forse perché non si percepisce tanto la penna di Riccardo dei Pinguini Tattici Nucleari. VOTO 5
GAZZELLE Molto Roma Nord e poco altro. «Lo so che sei stanca, lo sono anch’io, sembriamo due panda amore mio» non è un verso memorabile ma neppure il brano Tutto qui lo è. Occasione persa, almeno al primo ascolto. VOTO 5
ANNALISA Pezzo che funziona, ritmo irresistibile. Sinceramente è uno dei brani che funzionerà meglio da subito, anche grazie a una interpretazione potente, velocissima e nitida. VOTO 8
ALFA Lo spirito è quello di Ed Sheeran e si sente la «vicinanza creativa» di Charlie Rapino. Il fischio, la chitarra e la positività di Vai! si staccano dai clichè. «Il mondo è troppo grande per pensare in piccolo». Evviva. VOTO 6,5
IL VOLO Capolavoro è il brano giusto per uscire da un format (quello del bel canto) ed entrare definitivamente nel campionato pop. Gli arrangiamenti sono nuovi, le voci sono potenti. Funzionerà. VOTO 7
RENGA E NEK Pazzo di te è uno sfoggio di grande vocalità ma purtroppo c’è poco di più. Sul palco saranno forti, ora meno. VOTO 5
DARGEN D’AMICO «C’è chi mi chiama figlio di puttana, che c’è di male, l’importante è avere una mamma». Sul filo tra ironia e nonsense naviga «verso Malta senza aver nuotato nell’acqua alta». VOTO 5/6
IL TRE «Il senso di colpa mi fa sentire una bestia» è il filo conduttore di un brano quantomeno non esaltante. Il voto di Fragili è 5
MR. RAIN «Io e te fermiamo il mondo quando siamo insieme». In Due altalene Mr Rain è positivo e dolce. Con l’orchestra crescerà.
VOTO
6
RICCHI E POVERI Ma non tutta la vita si candida a inno festivaliero e, oltretutto, inizia con Che confusione. Intuizione vincente.
VOTO
6/7