Strage di Viareggio, Cassazione condanna Moretti ma rimanda il calcolo della pena. I familiari delle vittime: “Presa in giro”

Viareggio, tutti colpevoli. Ma ancora non è finita

La Cassazione, i cui giudici si sono riuniti in una camera di consiglio durata 6 ore, hanno confermato le condanne dell’appello bis per la strage di Viareggio, l’incidente ferroviario accaduto nel 2009 in cui morirono 32 persone. Una pena di 5 anni è stata comminata per disastro ferroviario all’ex ad di Rfi Mauro Moretti, con pena da rideterminare in un processo d’appello ter in cui saranno riesaminate le attenuanti generiche. Sono stati rigettati i 18 ricorsi presentati dalle difese degli imputati.

La difesa di Moretti si dice insoddisfatta per il rifiuto di “trattare un compendio probatorio che è tutto a vantaggio dell’ingegnere Moretti”. “Il ricalcolo della pena evita il rischio degli arresti per Moretti. Il carcere non lo rischia sicuramente: la riduzione della pena che potrebbe essere comminata a Firenze la farà scendere, non sarà più pari a cinque anni” ha spiegato la legale dell’ex amministratore delegato Ambra Giovene.

Oltre a Moretti, nell’appello bis, furono condannati Vincenzo Soprano, ex ad di Trenitalia, e Michele Mario Elia, ex ad di Rfi, a 4 anni, 2 mesi e 20 giorni, Paolo Pizzadini, manager di Cima Riparazioni, e Daniele Gobbi Frattini, responsabile tecnico di Cima riparazioni, a 2 anni, 10 mesi e 20 giorni e a 4 anni Mario Castaldo della Cargo Chemical. Uwe Kriebel, operaio dell’officina di Junghental, e Helmut Brodel, dirigente dell’officina Junghental di Hannover a 4 anni e 5 mesi, Andreas Schroeter, tecnico di Junghental, a 4 anni e 8 mesi, Peter Linowski, ad di Gatx Rail Germania, e Rainer Kogelheide, ad di Gatx Rail Austria, a 6 anni, Roman Meyer, responsabile della flotta carri di Gatx Austria, a 5 anni, 6 mesi e 20 giorni, e infine Johannes Mansbart, dirigente di Gatx Rail Austria, a 5 anni e 4 mesi. Inoltre sono stati citati in qualità di responsabili civili Trenitalia, Ferrovie dello Stato, Rete Ferroviaria Italiana e Cima Riparazioni.

L’unica cosa che abbiamo capito è che sono state riconosciute le responsabilità. Ora però vogliamo capire bene con i nostri avvocati il dispositivo della sentenza” ha commentato Marco Piagentini in merito alla sentenza. L’uomo è fondatore dell’associazione dei famigliari delle vittime della strage “Il mondo che vorrei”.

L’incidente

Sono le 23.49 del 29 giugno 2009. Nei pressi della stazione di Viareggio, deraglia il vagone di un treno merci che trasportava Gpl da San Martino di Trecate in provincia di Novara alla volta di Gricignano in provincia di Caserta. Il vagone trascina con sé altri quattro carri, il che porta alla fuoriuscita di una piccola parte del trasporto infiammabile, dando vita a un’esplosione, che interessa, tra fiamme e crolli, le abitazioni vicine alla stazione. Secondo le indagini la causa dell’incidente è stata il cedimento di un’asse del carrello del vagone deragliato, e la domanda che ha aleggiato lungo tutta questa vicenda è stata: si poteva prevedere? La giustizia sta provando a dare una risposta attraverso l’individuazione delle responsabilità.

Le vittime

Nell’incidente restano vittime 32 persone, tra cui 11 nell’immediato dell’esplosione e le altre, successivamente, a causa di ferimenti o ustioni. Nel computo c’è anche un’anziana colpita da un infarto, si ritiene a causa dello spavento. Tra le vittime c’erano tre bambini, Iman Ayad di 3 anni, Lorenzo e Luca Piagentini, rispettivamente di 2 e 5 anni. Un centinaio di persone resta inoltre ferito nella strage.

Le altre vittime si chiamavano Aziza Aboutalibm, Hamza Ayad, Mohammed Ayad, Federico Battistini, Nadia Bernacchi, Claudio Bonuccelli, Abdellatif Boumalhaf, Nouredine Boumalhaf, Roberta Calzoni, Rosario Campo, Maria Luisa Carmazzi, Magdalena Cruz Ruiz Oliva, Andrea Falorni, Alessandro Farnocchia, Antonio Farnocchia, Marina Galano, Ana Habic, Elena Iacopini, Mauro Iacopini, Stefania Maccioni, Ilaria Mazzoni, Michela Mazzoni, Emanuela Menichetti, Emanuela Milazzo, Angela Monelli, Rachid Moussafar, Sara Orsi, Mario Pucci ed Elisabeth Silva.

Le indagini e il giudizio

L’iter di indagine e quello processuale sono stati molto lunghi e tortuosi, tanto che si è anche reso necessario un appello bis con la ridefinizione delle accuse, che hanno oscillato nel tempo e a vario titolo da disastro ferroviario a omicidio colposo e lesioni. Questi ultimi due reati erano stati però prescritti.

A dicembre 2023 era stata richiesta la conferma per le condanne emesse nel processo d’appello bis, ovvero 5 anni di reclusione per l’ex amministratore delegato di Ferrovie dello Stato e Rete Ferroviaria Italiana Mauro Moretti, 4 anni e due mesi sia per l’ex ad di Trenitalia Vincenzo Soprano e l’ex ad di Rfi Mario Elia, 2 anni e 10 mesi per il manager di Cima Riparazioni Mario Paolo Pizzadini e per il responsabile tecnico della stessa azienda Daniele Gobbi Frattini, 4 anni per l’ex direttore divisione di Cargo Chemical Mario Castaldo. Altre richieste di condanne hanno riguardato dirigenti e tecnici di aziende ferroviarie austriache e tedesche per il controllo e la manutenzione dei convogli merci.

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