Nessun cognome italiano fra i primi undici più diffusi: solo stranieri. Anzi, solo cognomi cinesi per essere più precisi: per trovare il primo italiano bisogna scendere sino alla dodicesima posizione. E se allargassimo il discorso alle prime ventuno posizioni della graduatoria, ben venti sono occupati da cognomi orientali. Questo il curioso “record” fatto registrare dal Comune di Prato, stando ai dati pubblicati pochi giorni fa dall’Ufficio Statistica dell’ente ed aggiornati allo scorso 31 dicembre. Non è una novità assoluta a quelle latitudini: la città toscana è una delle più multietniche d’Italia e secondo gli ultimi riscontri dell’Istat un residente su quattro è straniero. Il territorio in questione presenta oltretutto la comunità orientale numericamente più consistente d’Europa, in rapporto alla popolazione: sempre secondo gli ultimi numeri dell’ufficio comunale deputato alle statistiche, nella realtà laniera vivono oltre 31mila cittadini originari della Cina, su un totale di 196mila abitanti.
Una percentuale che si attesta insomma al 15%. E della quale si trova traccia anche nell’onomastica, visto che i cognomi orientali monopolizzano la “top ten” della graduatoria. Il cognome più diffuso è Chen: 2743 abitanti si chiamano così. A completare il podio, ecco poi Hu (2291 presenze) e Lin (1970). La Cina recita la parte del leone anche per quel che concerne le posizioni successive: dal quarto posto fino all’undicesimo troviamo in successione i vari Wang (1665 cittadini) Zhang (1602) Huang (1422) Li (1322) Zheng (1137) Zhou (1068) Wu (1041) e Xu (971). Solo a quel punto si trova il primo italiano, il cognome pratese per antonomasia: Gori, che fino a qualche decennio fa era il pià diffuso della zona, adesso è solo dodicesimo con 923 residenti. E non è tutto, perché per trovare il secondo cognome italiano, ovvero Innocenti, bisogna scendere ancora fino alla ventiduesima piazza.
E i cognomi che lo precedono sono tutti di origine cinese: nell’ordine, Ye, Yang, Jiang, Rossi, Zhu, Liu, Dai, Yu e Cai. Da notare un altro dato curioso, ovvero l’età media: quella dei cittadini cinesi varia dai 32 ai 36 anni, diversamente da quella dei residenti con i cognomi italiani più ricorrenti (compresa fra i 51 e i 52 anni). La “componente cinese” è da tempo strutturale a Prato, per una convivenza che prosegue fra alti (il Capodanno cinese, le cui celebrazioni dovrebbero iniziare nelle prossime settimane, rappresenta di norma un momento di unione fra le varie comunità, ndr) e bassi (la questione legata alla presunta presenza della polizia cinese, oltre alle varie situazioni di illegalità che talvolta le forze dell’ordine riscontrano nel cosiddetto “distretto tessile parallelo”). E che promette di andare avanti ancora a lungo, dati alla mano.