Il blitz di polizia e guardia di finanza è scattato al termine di una lunga indagine sugli appalti riguardanti il restyling del Rione Terra di Pozzuoli, nel Napoletano, antica rocca evacuata negli anni Settanta a causa del bradisismo e di recente interessata da lavori di ristrutturazione e messa in sicurezza. Undici le persone indagate, tra cui nomi illustri della politica e dell’imprenditoria. A finire in manette anche alcuni esponenti del Partito democratico, tra cui l’ex sindaco Pd di Pozzuoli Vincenzo Figliolia, l’ex responsabile delle politiche regionali della Campania per il Partito democratico Nicola Oddati e gli imprenditori Salvatore Musella e Giorgio Palmucci, quest’ultimo ex presidente nazionale dell’Enit e attuale vicepresidente Confindustria alberghi Italia. Poliziotti e finanzieri hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli, su richiesta della procura della Repubblica – sezione seconda “Reati contro la Pubblica amministrazione” nei confronti di undici sospettati.
Chi sono gli esponenti del Pd nei guai
Quattro in totale i “big” dem coinvolti nell’inchiesta: Nicola Oddati, a lungo braccio destro dell’ex segretario del Pd Nicola Zingaretti, ex assessore a Napoli è attualmente nello staff della Regione Campania su nomina del governatore Vincenzo De Luca con il compito di curare i rapporti istituzionali dell’ente con la conferenza delle Regioni. L’ex primo cittadino democrat di Pozzuoli Vincenzo Figliolia, invece, prima di essere eletto sindaco alle precedenti elezioni amministrative era risultato essere il consigliere più votato confermandosi un recordman delle preferenze. Ci sono poi Sebastiano Romeo, ex consigliere della Regione in Calabria e candidato a segretario provinciale del Pd a Reggio Calabria, e Luciano Santoro, candidato alla segreteria Provinciale Pd di Taranto, ex assessore comunale a Grottaglie ed ex consigliere provinciale a Taranto.
Gli arresti
Quattro persone sono finite in carcere, due agli arresti domiciliari, cinque sono state sottoposte all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria perché accusate a vario titolo di concorso in turbata libertà degli incanti, corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio e traffico di influenze illecite. Il provvedimento è stato emesso dopo articolate indagini che avrebbero fatto emergere turbative nella gara per la concessione del Rione Terra di Pozzuoli. In più, si stanno verificando ipotesi di corruzione per ottenere l’aggiudicazione di un’altra pubblica concessione e alcune intermediazioni illecite sia per l’affare della conversione in struttura alberghiera del Rione Terra sia per ulteriori appalti pubblici. Le ordinanze portano la firma del giudice Antonio Baldassarre su richiesta dei pubblici ministeri Stefano Capuano e Immacolata Sica. Sergio Ferrigno e il procuratore aggiunto Sergio Amato sono i titolari dell’inchiesta condotta dal nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza guidato dal colonnello Paolo Consiglio e dalla squadra mobile diretta da Alfredo Fabbrocini.
L’indagine
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori e condiviso dal giudice per l’indagine preliminare nell’ordinanza, la gara sarebbe stata turbata per assicurarne l’aggiudicazione alla società dell’imprenditore Musella. All’ex sindaco Figliolia viene riconosciuto il ruolo di garante dell’attuazione degli accordi collusivi: avrebbe ricevuto la promessa di somme di denaro e dell’assunzione di persone a lui gradite nelle società di Musella. Palmucci, invece, si sarebbe adoperato nella ricerca di potenziali partner da affiancare alla società vincitrice, disponibili, in caso di aggiudicazione, a lasciare in esclusiva a Musella e, per suo tramite, a Figliolia, la gestione dei servizi turistico-gastronomici e commerciali. Oddati, all’epoca dei fatti componente della direzione nazionale del Pd e attualmente dirigente della Regione Campania, è considerato “fiduciario” di Musella nella ricerca di “relazioni e contatti illeciti” utili a favorire l’aggiudicazione di concessioni e appalti di opere presso pubbliche amministrazioni, in cambio della “corresponsione periodica di somme di denaro e altre utilità”. In questo caso Oddati si sarebbe adoperato per definire gli accordi collusivi per l’aggiudicazione del bando di gara del Rione Terra.