“Putin attaccherà nel 2025”. Lo scenario horror dell’esercito tedesco

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L’esercito tedesco si prepara allo scenario peggiore. Un documento riservato del Bundeswehr diffuso dal quotidiano Bild descrive passo dopo passo tutti gli eventi che potrebbero portate allo scoppio della guerra tra Russia e Nato nell’estate del 2025, delineando con estrema precisione un worst case scenario con tutte le contromosse che l’Alleanza atlantica dovrebbe compiere per impedire a Vladimir Putin di conquistare il corridoio di Suwalki, la striscia di terra polacca che collega l’exclave di Kaliningrad alla Bielorussia.

Corridoio di Suwalki
Il corridoio di Suwalki

Secondo il testo, la prima tessera del domino che porterà al conflitto cadrà nel febbraio 2024, quando Mosca ordinerà una nuova mobilitazione più o meno formale di circa 200mila uomini, grazie ai quali riuscirà a condurre con successo importanti operazioni offensive in Ucraina. Il vero e proprio attacco alla Nato inizierà in estate, attorno al mese di luglio, con una serie di assalti cyber e altre forme di guerra ibrida. In particolare, il Cremlino farà leva sulle minoranze russe presenti in Estonia, Lettonia e Lituania per fomentare scontri di piazza e rivolte, che userà come pretesto per far scattare le “esercitazioni su larga scala Zapad-2024” e spostare 50mila uomini in Bielorussia. A ottobre Mosca dislocherà truppe e missili Iskander a Kaliningrad, giustificando la decisione con dichiarazioni propagandistiche su fantomatiche preparazioni della Nato per un attacco al territorio russo. A dicembre, poco dopo le elezioni negli Stati Uniti, si verificheranno scontri lungo il confine tra l’exclave, la Polonia e la Lituania.

Seguendo lo scenario delineato dal documento, la Russia convocherà una riunione straordinaria del Consiglio di sicurezza dell’Onu, per attribuire la responsabilità delle schermaglie all’Alleanza atlantica, che a sua volta nel gennaio 2025 riunirà la propria assemblea, con Varsavia e Vilnius che descriveranno la situazione tesa ma faticheranno a essere creduti. A marzo, Mosca sposterà altri 20mila uomini in Bielorussia, arrivando ad avere nel Paese due divisioni corazzate una di fucilieri motorizzati. La Nato si muoverà formalmente solo a maggio dislocando a est 300mila uomini, di cui 30mila tedeschi, per prevenire un attacco su larga scala al corridoio di Suwalki. L’agenzia di stampa russa Ria Novosti ha smentito questa catena di eventi, affermando che la Federazione ha ripetutamente sottolineato di non costituire una minaccia per i Paesi dell’Alleanza atlantica, ma ricordando anche che Mosca non ignorerà azioni potenzialmente pericolose per i propri interessi. Il Cremlino è pronto ad accettare il dialogo, ha aggiunto l’organo di informazione di Putin, ma solo su base paritaria e l’Occidente deve abbandonare la militarizzazione del continente.

Riguardo al documento del Bundeswehr, un portavoce del ministero tedesco ha affermato che non si tratta di una previsione e che “considerare diversi scenari, anche se estremamente improbabili, fa parte dell’attività militare quotidiana”. Già a novembre, però, un rapporto del Dgap (German council on foreign relations) ha sostenuto che i Paesi europei della Nato hanno dai sei ai dieci anni per prepararsi a una guerra con la Russia. Affermazioni, queste, ripetute anche dal ministro della Difesa di Berlino Boris Pistorius il mese successivo e riprese dai servizi segreti di altre nazioni, Polonia in testa. L’ipotesi che Putin possa lanciarsi già nel 2024 in una nuova avventura militare sembra però improbabile. Anche in caso di uno sfondamento e una vittoria in Ucraina, l’esercito russo ha subito perdite troppo pesanti in termini di uomini e mezzi per potersi immediatamente impegnare conto gli eserciti di 31 nazioni lungo un fronte che, potenzialmente, andrebbe dalla Finlandia alla Turchia.

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