Giovedì 11 gennaio, Gianluca Rocchi, designatore arbitrale: «D’ora in poi non accetteremo più tutto questo, questi ragazzi non li tocca nessuno, se il problema sono io, me ne posso andare anche subito». Domenica 14 gennaio, Danilo Iervolino, presidente della Salernitana: «Chiediamo a gran voce le dimissioni del designatore. Riformerò il calcio italiano, porterò il problema in Lega, la storia ricorderà questi arbitri come i peggiori. Questo campionato è malato. Non vogliamo solo rispetto ma giustizia per noi e tutte le altre squadre che giocano in Serie A e subiscono gli errori grossolani dei semi professionisti, ovvero gli arbitri. Gli unici semiprofessionisti in un’industria di professionisti. Il loro atteggiamento è dannoso. E poi, se parli, diventano vendicativi nella partita seguente». Si può comprendere la reazione di Rocchi a tutela dei propri tesserati, resta clamorosa la posizione di Iervolino come capo dei ribelli contro il sistema, addirittura annunciando la riforma del calcio italiano. Sono saltate le marcature, ognuno parla per interesse proprio, i presidenti, carichi di debiti, protestano impunemente contro le scelte del governo sul tema fiscale, gli arbitri fanno gruppo, unica categoria non in libera circolazione europea. Dovremmo andare tutti al Var e, dopo le scuse, chiudere la bocca.