Un pareggio da montagne russe: l’Udinese per i tre punti, ma la Fiorentina la riprende due volte

L'incornata del Vichingo Lucas Beltrán rimette in piedi la Viola (via Acf Fiorentina)

Si ferma la pioggia sull’Artemio Franchi di Firenze per la ventesima giornata di Serie A: Fiorentina – Udinese finisce in parità ed è una catapulta d’emozioni. La squadra di Cioffi è aggressiva davanti e composta in copertura, va in vantaggio per due volte e si fa sempre rimontare, perché la Viola di Italiano ha fame di quel quarto posto ottenuto e riconfermato, nonostante una prestazione spenta nel primo tempo e intermittente nella ripresa. Ad aprire le danze bianconere è Lovric, probabilmente il migliore in campo, sfatando il mito degli zero gol dei suoi nei primi quindici minuti di gioco; sarà ancora lui a costruire il raddoppio fornendo a Thauvin un assist al bacio per il tap-in dalla distanza. Nel frattempo, però, la Fiorentina ristabilisce subito la parità con l’incornata del Vichingo Beltrán sul cross del debuttante Faraoni in maglia viola. Ad una manciata di giri d’orologio dalla fine, invece, è il collega di reparto a strappargli il pallone di mano, quando un evidente braccio largo di Ferreira fa richiamare Pairetto dal Var: il rigore se lo prende, d’istinto, Nzola. Finisce così, 2-2, ancora al quarto posto la Viola e pieno di rimorsi l’Udinese per quelli che paiono senz’altro due punti persi.

Quindici minuti di differenze

Per la (seconda) miglior Fiorentina, quarto posto con 33 punti, delle ultime dieci stagioni – dietro soltanto al proprio fantasma d’annata 2015/16, con Paulo Sosa in panchina e 38 punti incassati nelle prime 19 gare disputate – il destino della statistica contro l’Udinese, diciassettesimo a 17 punti, è più che positivo: la Viola ha vinto 14 delle ultime 15 partite casalinghe contro i friuliani, che hanno rimediato complessivamente più ko soltanto dalla Juve (38 contro le 31 coi toscani). Così, mentre l’imperativo d’Italiano sarà quello di rimuovere l’incubo di Sassuolo e tenere alto l’entusiasmo della Coppa Italia, anche in vista dell’impegno in Supercoppa, per Cioffi ed un Udinese a strapiombo sopra la zona retrocessione, il piano tattico è chiaro: “La Fiorentina è battibile come ogni altra squadra”, ed insiste “C’è una sana rabbia e segnali forti per ripartire – noi andiamo là per i punti, così come loro: onore a chi avrà più coraggio per farlo”. Sorprendente ma specchio della stagione in corso, un dato accomuna per eccesso e per difetto le due squadre: nessuno segna più della Fiorentina (7) e meno dell’Udinese (0) nei primi quindici minuti di gioco.

Le formazioni iniziali

Vincenzo Italiano sa quant’è importante un buon turn over per vincere, ma senza rinunciare alla propria identità. Così, di fronte a Terracciano, torna la difesa a quattro con Ranieri, Martínez Quarta, Biraghi e Kayode; Mandragora e Duncan faranno duetto in mediana, un passo indietro al ritrovato Jack Bonaventura. Il trio offensivo è quindi completato da Brekalo, seconda da titolare, e Ikoné con Beltrán prima punta.

Per il fiorentino Gabriele Cioffi è essenziale che il suo Udinese riparta con segnali positivi (ma anche punti). Confermato Okoye tra i pali, il trio difensivo è composto da João Ferreira, Nehuén Pérez e Thomas Kristensen. Col blocco di centrocampo che vede impiegati Ebosele, Lovric, Walace, il chiacchieratissimo Samardžić, che ritorna titolare, e Kamara, il Tucu Pereyra sosterrà Lucca come prima punta.

Lovric sfata il mito: friuliani spietati, Fiorentina in affanno

Scende incessante e tagliente la pioggia sui 25’000 al Franchi di Firenze, al fischio d’inizio del direttore di gara Pairetto. Il primo possesso è della Fiorentina e si scatena sin da subito il duello tutto argentino fra Nehuén Pérez e Lucas Beltrán, mentre è dell’Udinese il primo corner, che si conclude con un primo, timido tentativo di testa di Walace che sfila abbondantemente fuori dallo specchio di Terracciano. La Viola è seconda assoluta per possesso palla, ennesimo dato invece nemico dei friuliani in bianconero: eppure, Pereyra inizia a dar fastidio davanti, in appoggio a Lucca, marcato con fatica da Ranieri. È proprio dall’attaccante ex Pisa classe 2000 che passa una ripartenza fulminea della squadra di Cioffi, quella fatale che smonta temporaneamente la maledizione dei primi quindici di gioco: Lovric s’inserisce e vince l’uno contro uno con Ranieri, incrociando il mancino sul secondo palo di Terracciano per il vantaggio bianconero. 0-1.

Il terreno estremamente scivoloso rende il gioco ancor più complesso: è forse la velocità (e l’instabilità) con la quale gira il pallone che beffa Brekalo nel centrare un controllo essenziale nell’area di Okoye (mai impegnato), dopo un passaggio invece molto centrato di Beltrán a liberare per il tiro l’ex Toro. Così, mentre a passi piuttosto tesi ed affaticati, la Fiorentina prova a spingere, è ancora l’Udinese a far tremare il pubblico: Martínez Quarta si perde Lucca, che libera dal limite un tiro potente ma non troppo angolato per Terracciano. La corsia di sinistra è canale di rischio per la Fiorentina: è il 30’ e Kamara lotta ed ha la meglio su Kayode; l’ivoriano costruisce da lì un’imbucata letale per il Tucu Pereyra che, avventuratosi nell’area avversaria, si mette in proprio ignorando Lucca e spara il piattone addosso all’estremo difensore casalingo.

Al 36’, il chiacchierato Samardžić con la ritrovata titolarità impartisce lezioni di calcio e punta senza mezze misure la porta di Terracciano da punizione diretta: vola il portiere campano per toglierla dallo specchio. La cosa strepitosa è che, da conseguente corner, l’ex Lipsia ci riprova, con una traiettoria a scendere che costringe Terracciano a sollevare i pugni sopra la propria traversa.

L’unico squillo della Fiorentina arriva all’ultimo giro d’orologio del primo tempo: quando Biraghi piazza un cross pennellato sui piedi di Ikoné, che però s’incastra su se stesso e spreca tutto (col dubbio d’un fuorigioco). Nell’unico minuto di recupero concesso da Pairetto, la Viola si lancia all’arrembaggio, con Bonaventura a capitanare la nave di Italiano, ma non basta: il primo gol di Sandi Lovric (ed il primo dell’Udinese nei primi quindici di gioco) sancisce lo svantaggio casalingo all’intervallo.

Questione di personalità: Beltrán e Nzola per la parità

Con uno schiacciante 70% di possesso palla ma zero tiri in porta ed un Udinese assolutamente aggressivo in avanti e composto in copertura, la Fiorentina ha bisogno d’una scossa, perché in termini di concretezza parrebbe ripetersi il copione di Sassuolo. Per scongiurare la catastrofe, Italiano corre ai ripari dall’incipit della ripresa: Arthur e Faraoni – al debutto – per Duncan e Kayode.

L’ingresso del centrocampista brasiliano marca già una differenza sostanziale nel giro palla, eppure è ancora l’Udinese a creare: Lucca fa ancora una volta un gran lavoro in ripartenza e libera Ebosele, che incrocia un tiro strano che diventa un assist per Pereyra – murato in area. La Viola allora si fa viva così: il “Chino” Martínez Quarta parte a lunga falcata, scambia con Bonaventura e poi apre per Ikoné, che punta l’uomo in area e mette in mezzo un pallone velenoso che aggira Okoye ma pure tutti gli altri. Il ritmo si alza, e Mandragora centra il primo (debole) tiro in porta della gara per i suoi, al minuto 52. La Fiorentina sta alzando il ritmo, e i risultati arrivano immediati: Faraoni si presenta col botto a Firenze, perché l’ex Hellas classe ‘91 dalla destra disegna un cross dolcissimo che il “Vichingo” Beltrán incorna con una testata provvidenziale per il pareggio della Viola. 1-1, col fondamentale preferito dai toscani.

Cioffi intuisce le difficoltà dei suoi, e allora decide per un triplo cambio (piuttosto sorprendente): fuori Samardžić per Thauvin, oltre a Lucca per Success e Ehizibue al posto di Ebosele. È da subito Success a crear disturbo alle retrovie avversarie: l’attaccante nigeriano, al primo pallone toccato, si procura un’ottima punizione al limite dell’area che costa anche un giallo (discusso e discutibile) a Ranieri – Thauvin cerca la porta con una morbidezza che, per un attimo, beffa Terracciano sorridente, che prima la respinge e poi se la ritrova dopo un rimbalzo imprevisto sul palo. Proprio quando la Fiorentina pare mentalmente avvantaggiata dalla riconquistata parità e, oltre al possesso, conduce manovre avvolgenti e corali, l’Udinese punisce la scarsa concretezza della Viola: è l’eccellente subentrato Thauvin, al 74’, nel momento apicale per gli avversari, ad infilzare un bel pallone di prima su assist dell’assoluto protagonista del match bianconero, Sandi Lovric.

Italiano richiama dalla panchina Nzola, che prende il posto in campo di Brekalo: Ikoné si sposta a sinistra, mentre l’angolano si posiziona sulla destra. Il match adesso è bloccato, ma l’episodio non arriva.. fino al minuto 85: Pairetto è chiamato all’on-field review probabilmente più veloce della storia del Var – il braccio largo di Ferreira sul tiro di Beltrán è così evidente che nessuno reclama nemmeno, quando l’arbitro torinese indica il dischetto di fronte ad Okoye. Nzola ruba quasi il pallone dalle mani del compagno di reparto argentino, forse per riprendersi la necessaria fiducia ed il peso specifico che potrebbe avere in questa squadra: il numero 18, con freddezza e notevole convinzione, spiazza l’estremo difensore bianconero con un tiro angolato rasoterra. L’ha ripresa la Fiorentina: 2-2.

Nzola Fiorentina
Il rigore tutto istinto di M’bala Nzola vale un punto (via Acf Fiorentina)

Gli ultimi cinque di recupero sono minuti concitatissimi: dopo una giocata con trucco di magia di Nzola che perde palla all’ultimo dribbling, una ripartenza dell’Udinese con Ehizibue a bucare le retrovie viola gela il sangue al Franchi – nulla di fatto, ma dalla ripartenza Bonaventura taglia splendidamente e sgancia il destro che si stampa sul palo alla sinistra di Okoye. Meno di un minuto dopo, Bonaventura trova un cross arretrato per Beltrán che di testa fa da torre per Nzola, che prende il tempo a Pérez ma col piede sbagliato: alto sulla traversa. È l’ultima occasione del match, perché Pairetto fischia tre volte e gli sguardi in campo raccontano bene dell’amaro in bocca rimasto ad entrambe le compagini – forse un pelo in più all’Udinese di Cioffi che, per un momento neanche troppo breve, ha creduto nei tre punti e, per due volte, è stato ferito da una Fiorentina complessivamente affaticata ma ancora una volta non sconfitta che conserva il quarto posto.

Il tabellino del match

FIORENTINA (4-2-3-1) – Terracciano; Biraghi, Ranieri (88’ Milenković), Martínez Quarta, Kayode (46’ Faraoni); Mandragora, Duncan (46’ Arthur); Bonaventura, Brekalo (76’ Nzola), Ikoné (88’ Barák); Beltrán. Allenatore: Vincenzo Italiano

UDINESE (3-5-1-1) – Okoye; Ferreira, Pérez, Kristensen; Ebosele (58’ Ehizibue), Lovric, Walace, Samardžić (58’ Thauvin), Kamara (90’+4’ Tikvić); Pereyra; Lucca (58’ Success). Allenatore: Gabriele Cioffi

Marcatori: 10’ Lovric (U), 55’ Beltrán (F), 73’ Thauvin (U), 87’ rig. Nzola (F)

Ammoniti: 35’ Kamara (U), 62’ Ranieri (F)

Espulsi: n/a

Arbitro: Pairetto (Torino)

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