Ne sentivate la mancanza? Ed ecco che Elsa Fornero inaugura il 2024 rispolverando la solita ricetta della sinistra che fa tremare gli italiani. Anno nuovo, proposte superate dal tempo: la sempre puntuale patrimoniale torna sulla bocca della sinistra che proprio non riesce a non pensare a uno scenario che semina il panico anche se ci si limita a ipotizzarlo. L’idea di ricorrere all’imposta è stata però rispedita al mittente, con il centrodestra compatto che ha fatto muro rigettando il progetto che ha subìto il netto “no” anche da parte di Confedilizia.
Fornero in pressing
Fornero, nel suo intervenuto pubblicato sulle colonne de La Stampa, ha parlato delle difficoltà nella finanza pubblica e delle gravi iniquità sociali affermando che dal suo punto di vista “ci possono essere molte buone ragioni” per le quali l’Italia potrebbe considerare un’imposta patrimoniale. “In realtà sul patrimonio immobiliare, visto che quello finanziario già ne è gravato“, è la sottolineatura dell’ex ministro del governo Monti. Che si è posto una domanda: se queste “buone ragioni” possono essere comprese dagli esperti e dai politici che l’avversano in particolar modo per la sua impopolarità, allora per quale motivo “non dovrebbero comprenderle anche i cittadini?“.
La proposta è stata calata nello specifico offrendo spunti per mettere nero su bianco un intervento: a tal proposito ha suggerito di stabilire un imponibile minimo “piuttosto elevato” o – perché no – limitare l’imposta al momento della trasmissione ereditaria. Fornero ha puntato l’attenzione sul fatto che “una parte molto minoritaria del Paese” ha aumentato la propria quota di ricchezza nonostante l’assenza di crescita e una serie di shock negli ultimi decenni di fronte a cui la povertà si è estesa.
Il centrodestra fa muro
L’ombra della patrimoniale ha ovviamente raccolto i pareri negativi del centrodestra. Per conto del governo ha espresso la totale contrarietà Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture, secondo cui il nostro Paese ha già dovuto fare i conti con le “ricette disastrose di questa signora“. “Giù le mani dalle case e dai risparmi degli italiani“, ha aggiunto il leader della Lega.
Il manifesto della sinistra a favore della patrimoniale, promosso da Elsa Fornero per ribadire quanto sarebbe utilie e necessaria, è stato bocciato da Tommaso Foti. Il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera ha rimarcato che il 70% delle famiglie italiane è proprietario dell’abitazione in cui vive, il che significa che tassarla comporterebbe un aumento delle tasse sia ai danni del ceto medio sia dei redditi più bassi. Foti ha pertanto invitato il fronte rosso a farsene una ragione, indicando invece la riduzione delle tasse e l’aumento del potere d’acquisto delle famiglie come reali priorità: “Il governo Meloni non metterà mai le mani nelle tasche degli italiani e non permetterà alcuna patrimoniale“.
Anche Augusta Montaruli si è schierata contro l’idea di una patrimoniale come soluzione per risollevare la nostra Nazione dal punto di vista economico. Il vicecapogruppo di FdI alla Camera l’ha bollata come una proposta “fuori dalla realtà, pericolosa e iniqua“, assicurando che l’esecutivo di centrodestra porrà fine alla stagione di tagli e lacrime. “Gli italiani stiano tranquilli“, è stata la rassicurazione di Montaruli. Pure Manlio Messina, vicecapogruppo vicario di Fratelli d’Italia alla Camera, ha puntato il dito contro quella che sarebbe una scelta “sciagurata e iniqua” che rischierebbe di amplificare ulteriormente le disparità sociali.
Il “no” di Confedilizia
Gli effetti di una patrimoniale potrebbero essere assai negativi, con una potenziale spirale nociva per l’economia e per i consumi. Non a caso Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, ha utilizzato un termine che fotografa bene l’idea rilanciata da Fornero: “È sconcertante“. L’ex ministro del Lavoro e delle Politiche sociali faceva parte dello scacchiere del governo del 2011 che è stato accusato dal numero uno di Confedilizia di aver istituito “la più pesante patrimoniale sugli immobili della storia d’Italia“.
Giorgio Spaziani Testa, nell’articolo pubblicato su Nicolaporro.it, ha affermato che dal 2012 l’Imu ha pesato su individui, famiglie e imprese “per ben 270 miliardi di euro“. “Se fosse rimasta l’ICI, nello stesso periodo di tempo si sarebbero pagati 160 miliardi in meno“, è stata l’amara considerazione. A cui è seguito il “no comment sull’ideona della professoressa di risolvere i problemi con una nuova tassa, di qualsiasi tipo: altrimenti andrebbe citato Maffeo Pantaleoni“.