Per la prima volta nel 2005 grazie ad una formula matematica del dottor Cliff Arnall, psicologo presso l’Università di Cardiff si è scoperto che il 15 gennaio sarebbe il giorno più triste dell’anno, e da quel momento è stato definito in tutto il mondo come il blue monday. Le variabili inserite per arrivare a questa ipotesi sono molteplici. Ad iniziare dalla scarsità di luminosità, le temperature basse e la fine delle festività che contribuirebbero a influenzare l’umore e il morale delle persone.
A questo si aggiungono le spese natalizie e l’affrontare le spese per il resto dell’anno e una condizione fisica non proprio al top dovuta alle recenti abbuffate. Può sembrare una sciocchezza, eppure il Blue Monday viene preso molto sul serio in tantissimi paesi, in particolare in Gran Bretagna dove, proprio in questa data, si registrano numerose assenze sul lavoro. A supporto di questa teoria, è stato registrato che proprio in questa settimana c’è un aumento significativo delle richieste di supporto psicologico.
A gennaio 2023, le richieste o la decisione di chiedere un aiuto psicologico, sono aumentate del 28% rispetto al 17% della settimana precedente, con una media mensile aumentata di circa il 20% nel periodo. Gli anni precedenti hanno registrato più o meno lo stesso trend, a dimostrazione che non si trattava di un caso o una coincidenza.
I metodi sono molteplici, ma quello più interessante è di aiutarci grazie al cibo e ai cosidetti “cibi antitristezza” che aiutano a ritrovare il buonumore aumentando il contenuto di serotonina nell’organismo e il benessere psicofisico. A dirlo anche Coldiretti: “Il segreto per recuperare il buonumore si trova anche nella tavola attraverso il consumo di cibi ricchi di triptofano, un aminoacido essenziale che si trova in alcuni comuni alimenti e che, combinato con carboidrati, ferro e vitamine del gruppo B, aiuta ad aumentare i livelli di serotonina nell’organismo, il neurotrasmettitore che tra le sue funzioni svolge anche quella di regolare il tono dell’umore”.
Si dovrebbe quindi iniziare il “triste lunedì” che già di per sè come giorno della settimana è il meno allegro, facendo una colazione a base di frutta secca, soprattutto mandorle, uno dei prodotti più ricchi di triptopfano, con ben 398 milligrammi per 100 grammi di parte edibile. A queste si può aggiungere latte o yogurt che aiutano la produzione di serotonina.
Per un pranzo ricco di buonumore, si può mangiare farro (198 mg per 100 g/p.e.) o una zuppa di legumi a partire da fagioli (226 mg per 100 g/p.e.) e lenticchie (202 mg per 100 g/p.e.), ma anche le uova, soprattutto il tuorlo (237 mg per 100 g/p.e.), che possono essere una gustosa alternativa e un aiuto al cattivo umore.
Si può scegliere carne bianca come quella di pollo (359 mg di triptofano per 100 g/p.e.) o di maiale oppure indirizzarsi sul pesce come orate o sarde, ma anche i formaggi possono aiutare il buonumore, dal provolone (336 mg di triptofano per 100 g/p.e.) al pecorino romano, dal parmigiano reggiano al grana padano, tutti con un contenuto di triptofano superiore ai 300 milligrammi.
Anche l’attività fisica è un ottimo antidoto per superare questa giornata. Evitare quindi la pigrizia e fare un po’ di movimento, anche una passeggiata può bastare. In questo modo verrà stimolata la produzione di endorfine. Anche concederci un piccolo peccato di gola può aiutare, il cosidetto “confort food”, anche se veniamo da un periodo in cui abbiamo mangiato di tutto, ma un cioccolatino o una fetta di dolce saranno un ottimo metodo per far tornare il sorriso.
Qualche coccola in più può essere di grande aiuto. Una seduta dal parrucchiere, dall’estetista, andare al cinema o a cena fuori con gli amici sono molto più che un aiuto al malumore. E comunque è sempre importante ricordare che si tratta soltanto di un giorno. 24 ore che passano davvero velocemente.