Giorno 100 della guerra in Medio Oriente e il conflitto non si appresta a fermarsi, anzi. È tempo però anche di bilanci, quei bilanci che mettono nero su bianco una realtà che già avevamo affrontato e cioè i “pagati per uccidere”.
Stiamo parlando dei martiri, come vengono chiamati dall’Autorità Palestinese, e cioè i terroristi che il 7 ottobre hanno aperto il fuoco e che proseguono nella guerra contro Israele.
Prima del 7 ottobre l’autorità Palestinese ricompensava 5250 prigionieri e quasi 8 mila terroristi rilasciati con una cifra di 13 milioni e mezzo circa di dollari. Come? Con veri e propri stipendi mensili. Con il conflitto con Israele il numero dei prigionieri è salito del 67% con un aumento di costo per l’Anp di più di 1 milione e 300mila dollari. A denunciare lo spreco e la folle ricompensa ai terroristi è Pmw – l’istinto di ricerca israeliano noto a livello internazionale per le sue ricerche sulla società palestinese – che stima un buco nel bilancio di 16 milioni di euro per il 2024.
Ma questi soldi da dove arrivano? Sicuramente dalla Commissione Europea che è il principale finanziatore dell’Autorità Palestinese. L’Europa, infatti ha deciso di stanziare oltre 118 milioni di euro per il 2024 destinati all’Autorità Palestinese: fondi che andranno anche nelle tasche dei terroristi e delle loro famiglie. Non è un mistero perchè il Parlamento Europeo è perfettamente a conoscenza del fondo OLP, un tesoretto destinato appunto ai martiri. Nel testo del 12 luglio scorso, firmato Parlamento Europeo, si legge nero su bianco:“considerando che l’Autorità palestinese e l’OLP continuano a fornire fondi per i martiri alle famiglie palestinesi uccisi negli scontri violenti contro gli israeliani o uccisi da azioni militari israeliane; che continuano inoltre a fornire retribuzioni distinte ai palestinesi nelle carceri israeliane, compresi i condannato per atti di terrorismo contro obiettivi ebraici”.
A farsi portavoce del finanziamento europeo è proprio il Commissario per il Vicinato e l’allargamento, Olivér Várhelyi, che dichiara come negli ultimi giorni del 2023: ”Questo pacchetto di misure a breve termine fornirà all’Autorità palestinese un sostegno finanziario diretto dell’UE pari a circa 118 milioni di euro per coprire i pagamenti per il 2024. Tale pacchetto dovrebbe contribuire alla stabilità dell’Autorità palestinese. Spero che offrirà anche un segnale per contribuire a mobilitare altri donatori e la comunità internazionale.”
L’aumento dei martiri è però in costante evoluzione. Sul quotidiano ufficiale dell’Ap, Al-Hayat Al-Jadida del 10 gennaio scorso, si legge: “questa mattina ci sono altri 23.210 martiri”. Di conseguenza l’aumento degli stipendi per i terroristi ammonta a 1 milione e 300mila dollari in più al mese che si traducono, appunto, in 16 milioni di dollari in più per il 2024 da aggiungere ai 161 milioni dello scorso anno spesi solo ed esclusivamente per le ricompense ai martiri, come si legge su Pmw.
Ed è sempre Pmw a denunciare che “a causa delle sue ricompense per il terrore “pagate per uccidere”, l’Autorità palestinese ha perso miliardi di dollari in finanziamenti esteri” e ancora: “Di conseguenza, l’Autorità palestinese non ha i soldi per pagare gli stipendi ai dipendenti pubblici palestinesi, compresi gli insegnanti, e da oltre due anni effettua solo pagamenti parziali”.
Secondo i dati che IlGiornale.it ha potuto consultare, i nuovi prigionieri terroristi dopo l’attacco del 7 ottobre – anche grazie agli aiuti europei – riceveranno uno stipendio iniziale di 375 dollari al mese che aumenterà più sarà lunga la detenzione nelle carceri, fino ad arrivare a un massimo di 3215 dollari al mese.
Un vero e proprio lavoro, quello del terrorista, pagato dall’Anp senza segreti per l’Unione Europea. Ed è su questa base, infatti che Pmw e il direttore Itmar Marcus avvertono l’Occidente: “I Paesi donatori dovrebbero ricordare che quando finanziano l’autorità palestinese, sia attraverso aiuti diretti che pagando le spese, in sostanza rimborsano l’autorità palestinese per i soldi che ha speso per finanziare il terrore. È ora che i donatori condizionino i loro finanziamenti alla fine del pagamento per l’uccisione dell’Autorità palestinese”.