Milano – Attenti a quei due, a Pioli e Mourinho, guide tecniche di Milan e Roma appena usciti molto ammaccati dalla coppa Italia. Sono reduci entrambi tra l’altro da rispettivi processi a porte chiuse, celebrati a Trigoria e Milanello, con i due gruppi di lavoro e dai riscontri molto diversi. Spiega il milanista: «È stato un incontro molto efficace, spero che dalla grande delusione venga fuori una nuova energia». Fa sapere Mou: «Ho avuto una dura riunione dura con i giocatori, specialmente per qualcuno. Si deve fare di più. E io non sono Josè Mourinho Potter» prima di spiegare anche al designatore Rocchi probabilmente che «non ho mai detto che il rigore non c’era, ho detto è un rigore da calcio moderno». È più risoluto invece Pioli nel tracciare il piano per il girone di ritorno: «Siamo la sesta difesa del campionato e dobbiamo difendere meglio da squadra.
Va bene invece l’attacco, è il secondo del torneo». Poi il portoghese passa al viaggio di stasera a San Siro rossonero («è un habitat nel quale non sono benvenuto») e marca la differenza rispetto al Milan («costruito per lo scudetto, noi siamo a meno 4 dalla zona Champions») provocando la reazione del collega («Mou è furbo e scaltro, esalta sempre gli avversari»). In effetti in classifica tra i due c’è uno scarto di 10 punti per ora e questo può dettare qualche falsa illusione, specie se ingigantita dall’assenza di Dybala.
Persino sul calciomercato, Mou – come a sottolineare i propri stenti – fa i conti in tasca al club di Cardinale («Pioli ha perso due difensori e ne sono già arrivati altri due, noi abbiamo grandi limitazioni a causa del FFP» detta Josè) mentre il milanista può addirittura rilanciare («sicuramente arriverà un altro difensore») e si prepara ad accogliere questo signor x riportando per l’occasione Theo a sinistra, per dare nuovo impulso alla ditta calcistica con Leao. Di scudetto, naturalmente, a Milanello non ne parla più nessuno, nemmeno Pioli («se le due davanti continuano a marciare con questo ritmo, sarà impossibile») anche se stasera è in arrivo Gerry Cardinale dagli Usa e forse non è un viaggio per distribuire carezze. «Nessuno di noi è soddisfatto, la sua presenza può diventare uno stimolo, non l’ho sentito di recente» lo stato dell’arte dei rapporti tra il proprietario e l’allenatore dicono tutto.
Anche perché il rischio è quello opposto, e cioè farsi risucchiare dalla concorrenza che tallona il terzo posto e che minaccia di mettergli pressione. Sul punto specifico è la fragilità emotiva (con l’Atalanta in coppa Italia l’ennesima rimonta subita, ndr) uno dei punti deboli denunciato da quest’altro Milan che ha una contabilità deficitaria a proposito degli scontri diretti. «È qui che dobbiamo migliorare, non nella condizione fisica» la confessione pubblica del tecnico di Parma che viene considerato, al pari di Mourinho, a fine corsa nonostante uno abbia espresso la disponibilità a restare e l’altro abbia ancora un anno di contratto come paracadute. Perciò questo Milan-Roma può diventare all’improvviso, e senza nemmeno concedere possibilità di recupero, una sorta di spartiacque.