Nella penisola di Corea la tensione resta alle stelle. Pyongyang alimenta una delle crisi asiatiche più sottovalutate. Nella notte la Corea del Nord ha lanciato un missile balistico al largo della costa orientale della Corea del Sud. La conferma è arrivata direttamente da Seul che però al momento non ha fornito ulteriori dettagli, come ad esempio e il tipo di vettore lanciato e la distanza percorsa.
Il lancio, probabilmente l’ennesimo test del regime, arriva al culmine di un periodo di forti tensioni lungo il 38esimo parallelo. A inizio gennaio sempre la Corea del Nord aveva sparato una raffica di colpi di artiglieria vicino al confine marittimo con Sud, costringendo la stessa Seul a rispondere con esercitazioni a fuoco vivo. Qualche giorno fa il leader nordcoreano Kim Jong Un aveva attaccato duramente Seul: “È giunto il momento storico in cui dovremmo definire come stato estremamente ostile la Corea del Sud, che ha perseguito una storia di feroci scontri con gli occhi iniettati di sangue per rovesciare il nostro regime“, ha attaccato, e ancora, Seul “è il nostro principale nemico e se oserà tentare di usare le forze armate contro di noi o di minacciare la sua sovranità e sicurezza e si presenterà l’occasione, non esiteremo ad annientarla, mobilitando tutti i mezzi e le forze nelle nostre mani“.
Negli ultimi mesi la posizione di Pyongyang si è fatta sempre più radicale. Il regime di Kim si è scagliato soprattutto contro le esercitazioni congiunte che Seul compie in modo ciclico con l’esercito americano, puntando anche il dito contro la decisione di Washington di garantire sorvoli periodici dei suoi bombardieri sulla Corea del Sud. Seul, dal canto suo, denuncia l’aggressività dei vicini del Nord, che recentemente hanno lanciato il loro primo satellite spia e rinforzato la presenza militare lungo la zona demilitarizzata, ripristinando avamposti abbandonati circa sei anni fa.