Livia Fontana, la modernità del Barolo

Livia Fontana, la modernità del Barolo

Nel cuore delle Langhe – sede e nucleo centrale a Castiglione Falletto, vigneti anche a Bussia e nel territorio del Roero – l’azienda Livia Fontana rappresenta un esempio virtuoso di cantina capace di coniugare il rigore e il classicismo piemontese (qui si fa vino da oltre due secoli) con una visione moderna ed evoluta. Un’identità, quest’ultima, che è stata messa maggiormente a fuoco da quando i figli Michele e Lorenzo hanno preso le redini dalla mamma Livia, puntando forte sulla lotta integrata e sulla lavorazione manuale in vigna, sul rispetto per l’ambiente, su pratiche di cantina estremamente sostenibili. Una filosofia che ha conquistato i consumatori, convinti dall’approccio olistico e dalla qualità dei prodotti

I vigneti sono un mix tra vecchi e giovani, a costruire una palette di “ingredienti” davvero notevole, ulteriormente arricchito dalle varietà pedoclimatiche dei vari territori. Il cru Bussia, che da Monforte scende a Castiglione Falletto, ha un suolo caratterizzato da marne argillose con un terreno particolarmente omogeneo con bassa permeabilità e dà vita a un Barolo potente, longevo, che evolverà con il tempo. Il cru Mariondino e il vigneto Serra, che si trovano nel corpo principale dell’azienda, detta Fontanin, hanno struttura marnoso-arenaria con vene di sabbia che dà vita a un Barolo più fresco e nervoso. L’altro cru Villero, che si estende per oltre 15 ettari con esposizione Sud e Sud-Ovest, conta su un suolo marnoso e ricco di minerali, che trattiene molto l’acqua e produce un Barolo di grande classe, strutturato ma elegante.

La produzione ruota naturalmente attorno alle tre etichette di Barolo, ma conta anche su altre referenze di grande interesse, come il Langhe doc Rosso Insieme, che sposa Barbera e Nebbiolo in un vino che fa trenta mesi in botte di rovere tradizionale e poi riposa ulteriormente in cantina, e che in bocca manifesta una piacevolissima nota boisé, oltre a grande eleganza. Più tradizionale il Langhe doc Nebbiolo, che fa diciotto mesi di botte di rovere e poi un po’ di bottiglia, risultando elegantemente floreale, speziato e balsamico al naso e di grande equilibrio in bocca. Chiude la schiera dei rossi il Barbera d’Alba doc Superiore: naso speziato e un po’ esotico, bocca strutturata e temperamentosa. Molto ben riuscito anche l’unico bianco, il Rosero Arneis docg, di nota floreale e agrumata e bocca piacevolmente minerale. Infine il delicatissimo Rosé, di grande piacevolezza.

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