Un “piantagrane” indipendentista: chi è William Lai, nuovo presidente di Taiwan

Un medico anti-regime: il "piantagrane" prescelto che ha studiato ad Harvard (e ha assaggiato la libertà)

William Lai (Lai Ching-te), candidato del Partito Democratico Progressista (Dpp), è il nuovo presidente di Taiwan. Ha trionfato alle ultime elezioni presidenziali e guiderà l’isola rivendicata dalla Cina per i prossimi quattro anni. Il destino delle relazioni tra Usa e Cina, nonché della sicurezza globale, sono adesso nelle mani del vicepresidente uscente, strenuo difensore dell’indipendenza di Taipei.

William Lai il “piantagrane”

Lai, 64 anni, ha un passato di studi in Medicina perfezionati ad Harvard. Prima di esser stato premier nel biennio 2017-2019, ha ricoperto la carica di sindaco di Tianan per sette anni. Dal gennaio del 2023 è alla guida del Dpp, ed è considerato “un piantagrane” da Pechino anche se non sostiene formalmente una dichiarazione di indipendenza.

Stiamo dicendo alla comunità internazionale che tra democrazia e autoritarismo, staremo dalla parte della democrazia. La Repubblica di Cina e Taiwan continueranno a camminare fianco a fianco con le democrazie di tutto il mondo“, ha dichiarato Lai nel suo primo discorso. Si capisce perché il quotidiano cinese Global Times lo abbia descritto come un “separatista” mentre per le autorità cinesi è un “provocatore” e un “piantagrane“.

La Cina, nello specifico, ha ripetutamente criticato Lai, suggerendo che sarà lui a portare la guerra sull’isola. Non più tardi di giovedì scorso, Pechino stava cercando di convincere gli elettori taiwanesi a non votarlo. “Le relazioni tra le due sponde dello Stretto hanno preso una brutta piega negli ultimi otto anni, passando da uno sviluppo pacifico ad un confronto teso“, aveva affermato il portavoce cinese dell’Ufficio per gli affari di Taiwan, Chen Binhua, aggiungendo che Lai starebbe cercando di seguire un “percorso malvagio” verso “tensione militare e guerra“.

Le previsioni indicano tempesta. Da qui ai prossimi quattro mesi, quando Lai entrerà ufficialmente in carica (20 maggio) è lecito attendersi la massima instabilità a Taiwan e dintorni. Come ha ricordato il sito Politico, già pochi giorni prima delle elezioni, come denunciato dal ministero della Difesa taiwanese, la Cina aveva inviato diversi palloni spia presumibilmente per monitorare l’isola. Anche sul fronte commerciale, Pechino aveva intensificato la pressione, annunciando una possibile mossa per reintrodurre le tariffe su alcuni prodotti taiwanesi. La cosiddetta guerra ibrida del Dragone potrebbe insomma rafforzarsi ulteriormente.

Il nuovo presidente e l’indipendenza di Taiwan

Lai presidente è un risultato che rappresenta una vittoria per l’isola e per la sua storia democratica: per la prima volta infatti lo stesso partito presiederà il Paese per tre mandati consecutivi. Probabilmente Lai non dichiarerà formalmente l’indipendenza di Taiwan, sostenendo che l’isola funziona già, de facto, come Paese indipendente sotto il nome di Repubblica Cinese.

Nel frattempo la Cina si è scagliata contro Lai Ching-te dopo la sua vittoria alle elezioni, assicurando che non tollererà “attività separatiste“. Il citato portavoce dell’Ufficio per gli affari di Taiwan a Pechino, Chen Binhua, ha dichiarato tramite l’agenzia di stampa Xinhua che la Cina continua ad aderire “al consenso del 1992 che incarna il principio di una Cina unica e ci opporremo fermamente alle attività separatiste mirate all’indipendenza di Taiwan e alle interferenze straniere“.

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