Dal 7 ottobre, l’intelligence americana ha iniziato a lavorare a stretto contatto con Israele. La Cia ha creato una task force per raccogliere informazioni che permettano allo Stato ebraico di localizzare i leader di Hamas, i cosiddetti priority target la cui cattura o eliminazione è uno degli obiettivi principali di Tel Aviv. La notizia è stata diffusa dal New York Times che, citando fonti dell’amministrazione, ha rivelato che la direttiva per creare la nuova squadra di analisti è stata inviata dal consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan.
Portavoce della Cia si sono rifiutati di commentare le operazioni della task force o di entrare nel dettaglio sulle informazioni fornite a Israele. È noto, però, che gli Stati Uniti hanno aumentato sia il numero di droni in volo sulla Striscia per monitorare le attività dei terroristi, sia gli sforzi per intercettare le comunicazioni tra gli ufficiali di Hamas. L’Ufficio del direttore dell’intelligence nazionale ha inoltre elevato la priorità dell’organizzazione palestinese da quattro a due, nella classifica che vede al primo posto i “nemici giurati” di Washington: Russia, Cina, Corea del Nord e Iran. In questo modo, la Cia potrà dedicare più fondi e risorse al supporto dei colleghi israeliani. Il lavoro dei servizi segreti statunitensi si è concentrato esclusivamente sulla localizzazione degli ufficiali più alti in grado di Hamas, perché secondo diversi funzionari dell’amministrazione Biden puntare ai loro sottoposti sarebbe una scelta sbagliata. Posso essere facilmente sostituiti e prenderli di mira comporterebbe rischi eccessivi per la popolazione civile.
Le due teste più ambite da Israele sono quelle di Mohammed Deif, il leader delle brigate al-Qassam, e di Yahya Sinwar, il capo di Hamas nella Striscia. Quest’ultimo si troverebbe nella parte più profonda delle gallerie sotto Khan Younis, circondato da ostaggi che userebbe come scudi umani per rendere virtualmente impossibile un’operazione militare volta alla sua cattura. L’informazione è stata condivisa dallo Shin Bet ed è probabile che gli americani li abbiano assistiti nella ricerca di questo top target. Non sarebbe stata fornito alcun supporto, invece, per quanto riguarda il raid su Beirut con cui l’Idf ha eliminato il numero due del gruppo, Saleh al-Arouri.
Fino al giorno dei brutali attacchi di Hamas, gli Stati Uniti si sono affidati a Israele per ottenere informazioni sull’organizzazione terroristica palestinese. Essa infatti non comportava una minaccia diretta per Washington, ma era da sempre una priorità massima per Tel Aviv. Il 7 ottobre ha però portato alla luce diverse mancanze nel lavoro dell’intelligence dello Stato ebraico, che per sua stessa ammissione aveva ridotto negli ultimi anni il monitoraggio delle attività di Hamas. Pare inoltre che fosse a conoscenza fin dal 2022 di un piano dei terroristi per una serie di attacchi a più fasi contro Israele, conosciuto con il nome in codice di “Jericho Wall”, ma che non avesse mai condiviso questa scoperta con gli alleati di Washington.