È della settimana scorsa la notizia del presunto avvistamento su un autobus di Kataleya, la bambina scomparsa il 10 giugno 2023 e vista per l’ultima volta nell’ex hotel Astor di Firenze occupato da migranti, tra cui la famiglia della piccola. Da allora si cerca Mia Kataleya Chicclo Alvarez, cinque anni e di origine peruviana, e ci sono state diverse segnalazioni, ma finora nessuna è andata a buon fine.
L’avvistamento
Una nuova speranza è però giunta il 5 gennaio 2024: la madre della bimba, Katherine Alvarez, è stata contattata dagli inquirenti per visionare uno scatto e l’ingrandimento di un’immagine. Non le è stato detto dove la foto sia stata catturata, ma si ritiene che possa essere una città spagnola. La donna, pur percependo una somiglianza, non ha assicurato che si tratti di Kata.
“La bambina era seduta sull’autobus, hanno scattato la foto fuori dall’autobus. Però non si vedeva bene la faccia. Però aveva una somiglianza con mia figlia. Le labbra non si vedevano tanto, gli occhi e il naso un po’ di più, per questo le somigliava tanto” ha spiegato Katherine Alvarez a Quarto Grado.
La bambina immortalata aveva i codini, e indossava un giubbotto rosso, pantaloni grigi e uno zainetto. La madre riferisce tuttavia che ci sono state altre segnalazioni che hanno rappresentato un buco nell’acqua: circa un mese fa le è stato mostrato un video e perfino la voce era molto simile a quella della figlia.
Katherine Alvarez afferma inoltre di non avere idea del movente del rapimento, ma che mantiene viva la speranza: “Credo che Kata sia viva, ho la speranza di ritrovarla viva. Spero che qualcuno si metta la mano sul cuore e mi faccia sapere qualcosa”.
La violenza non confermata
Nei giorni scorsi si è parlato di un nuovo presunto movente. A febbraio 2023 sarebbe avvenuta una violenza sessuale ai danni di un’adolescente peruviana che non viveva all’Astor, fatta ubriacare e abusata all’interno dello scantinato dell’ex hotel: il condizionale è d’obbligo, non solo perché non c’è una denuncia ma anche perché sembra essere un’indiscrezione senza fondamenti certi.
Pare infatti che durante una riunione avvenuta a fine febbraio tra gli occupanti dell’hotel, una donna abbia accusato il padre di Kata, lo zio e Carlos: questi ultimi due sono stati accusati in altre testimonianze mediatiche di essere coinvolti nel presunto racket degli affitti nelle stanze dell’albergo, racket su cui indaga la procura di Firenze.
Secondo Katherine Alvarez, la violenza non sarebbe mai avvenuta, e a puntare il dito sarebbe stata una donna ecuadoregna da sempre in contrasto con la famiglia di Kata. La donna ecuadoregna in questione ha smentito a Quarto Grado, ma che lei abbia mosso tali accuse è stato confermato da altri occupanti dell’Astor, sia peruviani che rumeni.