Non è chiara la notizia tanto per cambiare – a meno di intenderla come l’ombra di un passato perdente che a sinistra si spalma ancora sul presente, col presagio che possa rendere perdente anche il futuro. Traduzione: l’annuncio di un confronto televisivo tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein ha risvegliato i fantasmi di quel Silvio Berlusconi che prima sbaragliò Achille Occhetto nel 1994 (ma vinse facile: Occhetto si presentò vestito in marrone e coi baffi tagliati, ma sembrava li avesse lo stesso) ma nondimeno nel 2006 sbaragliò, Berlusconi, inteso come centrodestra, un Romano Prodi che l’altra sera ha fatto questa presunta rivelazione: «Berlusconi disse che avrebbe abolito l’Ici e guadagnò 5 punti, era stato stabilito che fossi io l’ultimo a rispondere ma qualcuno mi ha fregato era stato stabilito, estraendo a sorte, che fossi io l’ultimo a rispondere».
Non è chiaro se cambiarono le sorti del Paese, ma il «qualcuno» si chiamava Bruno Vespa – il confronto fu in Rai, a Porta a Porta che si è sentito chiamato in causa e ha replicato così: «Nessuna scorrettezza. Ho da cinquant’anni stima e affetto per Romano Prodi», si legge in una nota, «perciò mi dispiace profondamente che contro ogni evidenza continui ad attribuirmi, come ha fatto da Corrado Formigli su La7, una gravissima scorrettezza che non ho mai compiuto».
Appassionante, ma allora come andò? Spiegazione di Vespa: «Prima dei due confronti tra Prodi e Berlusconi nella campagna elettorale del 2006», scrive, «avvenne un sorteggio: Berlusconi avrebbe dovuto avere l’ultima parola nel confronto moderato da Clemente Mimun (Mediaset) e Prodi in quello moderato da me (in Rai). Per una svista di Mimun, fu Prodi a concludere il primo confronto: era perciò scontato che fosse Berlusconi a dover chiudere il mio, e così avvenne. Esistono le registrazioni. Non c’è dubbio che il Cavaliere se ne sia fortemente avvantaggiato con la promessa dell’abolizione dell’Ici, ma io non ne ho responsabilità». Fine? Prodi non ha replicato, Berlusconi, ovviamente, neppure.
Primo bilancio, detto con tutto il rispetto del mondo e senza ironia: i media e la politica arrancano dietro i ricordi dell’ottantenne Vespa (lucidissimo) e dell’ottantenne Prodi (lucidissimo, anche se sembrava ottantenne già nel 2006) al punto che Prodi, nel vuoto oggettivamente confuso delle attuali opposizioni, ha potuto anche permettersi dei consigli a Elly Schlein che hanno avuto il loro peso: «Candidarsi dove tu sai che non andrai, svilisce la democrazia. La destra lo può fare, ma non un partito riformista e democratico». Parlava delle Europee, e ha detto, Prodi, molte altre cose, compresa che a sinistra una squadra per Bruxelles debba «essere operativa con capilista che il Pd può benissimo prendere dalla società, insiemea giovani che imparano» Eccetera.
Schlein ha replicato, ma è un altro articolo: in questo ci si limita a registrare le sindromi di un passato che non passa, a sinistra, e di un futuro che pure potrebbe non riuscire a rimuoverlo. La rilevanza delle parole di Prodi non rivela la sua nota autorevolezza, ma di quella di Elly Schlein messa a confronto.