Spunta il Mir: così i grillini vogliono resuscitare il reddito di cittadinanza

Spunta il Mir: così i grillini vogliono resuscitare il reddito di cittadinanza

Il reddito di cittadinanza appartiene ormai al passato, essendo di fatto stato abolito lo scorso 1 gennaio. Ed è stato sostituito dall’assegno di inclusione, che mira a sostenere i nuclei familiari in difficoltà e a supportare il rientro (o l’ingresso) nel mercato lavorativo dei membri abili al lavoro. Se già lo scorso anno il Movimento 5 Stelle non sembrava volersi rassegnare, nei giorni scorsi è stata un’ex-consigliera grillina a proporre in Campania una sorta di “reddito di cittadinanza regionale”, con l’appoggio di esponenti di sindacati e partiti di sinistra. Lo riporta la stampa campana, specificando come la proposta di legge sia stata presentata nelle scorse ore a Napoli, nella sede del consiglio regionale. A presentare la “Misura Integrativa Regionale di sostegno al reddito e politiche per l’inclusione sociale attiva” (abbreviata con l’acronimo “Mir”) è stata Maria Muscarà, consigliera regionale del gruppo misto con un passato tra le fila dei 5 Stelle.

Una proposta che sarebbe stata ufficializzata insieme agli esponenti di Cobas, Laboratorio Sud, Rifondazione Comunista e Pci facenti parte del “Comitato di scopo”. Di cosa si tratta e come funzionerebbe? Sempre secondo quel che riportano i media campani, si tratterebbe di un provvedimento volto ad istituire in Campania una misura assistenziale che si affiancherebbe a quelle già in vigore su tutto il territorio nazionale, in tema di contrasto alla povertà. La platea dei beneficiari del sussidio in questione sarebbe costituita da un’unica fascia di età che vai dai 18 ai 59 anni, prevedendo un unico tetto Isee (fissato a quota 9.360). Il requisito della residenza in Campania richiederebbe oltretutto un anno e non cinque, per un’iniziativa che nella visione dei promotori si rivolgerebbe anche ai cittadini campani residenti in altre regioni che scelgono di tornare nella loro terra.

L’assegno può essere corrisposto per dodici mesi e rinnovato dopo la sospensione di un mese, purché il beneficiario continui a rispettare i requisiti di accesso al Mir. L’ammontare massimo del sussidio si attesta sui 500 euro mensili per un nucleo familiare con cinque componenti, che verrà rimodulato applicando la scala di equivalenza prevista dalla normativa nazionale. Si tratta per certi versi di un’idea non del tutto inedita: già lo scorso febbraio, davanti alle telecamere di 7 Gold, il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte aveva proposto qualcosa di simile in alcune regioni alla vigilia delle elezioni in Lombardia, Lazio e Friuli. Il reddito di cittadinanza, quello vero, non è stato esente da storture: le cronache di tutta Italia hanno riportato numerosi casi di truffa o di percezione indebita del sussidio ed ancora oggi emergono casi relativi agli scorsi anni. Nonostante ciò, i 5 Stelle e la sinistra non sembrano essersi rassegnati del tutto.

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