Tira oggi, tira domani, alla fine la corda si è rotta. Questo, in estrema sintesi, può essere il riassunto della conferenza stampa di metà campionato a Coverciano dell’Aia. Le parole del designatore arbitrali Gianluca Rocchi sono difficilmente equivocabili: abbiamo sbagliato ma gli attacchi non sono più tollerabili. A fargli perdere le staffe l’escalation dei toni dopo gli orrori delle ultime settimane. “Nelle ultime due giornate, e specialmente nell’ultima, siamo scivolati su errori evitabili, ma siamo persone per bene, lavoriamo tantissimo e meritiamo rispetto. Abbiamo avuto Orsato, il miglior arbitro del mondo, offeso da tesserati. Guida è stato quasi aggredito da un tesserato, non è accettabile”. A preannunciare che le invettive di certi tecnici a fine partita potrebbero avere conseguenze pesanti, Rocchi mette il carico: “Nessuno pensi che urlare e protestare a caso possa condizionare le nostre scelte. Chiedo ai tesserati un comportamento diverso e alla giustizia sportiva di essere dura, questo sistema non ci va più bene”.
“I nostri ragazzi non si toccano”
Se l’intervento nell’aula magna di Coverciano del presidente dell’Aia Carlo Pacifici era stato tutto sommato conciliatorio, Rocchi sembra avere un diavolo per capello. Il solitamente pacato ex fischietto sembrava averne le tasche piene delle troppe polemiche degli ultimi giorni ed ha deciso di annunciare un cambio di rotta deciso da parte della classe arbitrale. “Non accettiamo più tutto, lavoriamo e ci facciamo un mazzo così. Se il problema sono io, ditemelo e farò qualcosa di diverso. Ma i nostri ragazzi non si toccano”. Nel corso di quella che, almeno in certi tratti, sembrava un’invettiva, Rocchi ha cercato di dare, per così dire, un colpo al cerchio e uno alla botte: sì, abbiamo sbagliato ma sapremo difenderci da attacchi ingiusti.
“Abbiamo dovuto parlare con il nostro ufficio legale perchè qualcuno ha detto cose non vere sulla sostituzione di un arbitro (l’avvicendamento di Piccinini con Fabbri per Inter-Verona). Stiamo facendo un grande lavoro, anche con il Var. Nell’ultima giornata potevamo fare decisamente meglio ma nel girone d’andata abbiamo fatto decisamente bene. Nelle ultime due giornate siamo scivolati su un paio di bucce di banana, ieri mi sono arrabbiato con gli arbitri e lo stesso farò oggi, ma sono soddisfatto”.
Giro di vite sul problema Roma
Nel corso del suo intervento, il designatore arbitrale è sembrato particolarmente toccato da alcuni incidenti incresciosi come le minacce all’avanti del Verona Henry dopo il rigore sbagliato e certi attacchi personali agli arbitri: “Abbiamo fatto degli errori ma continuo a leggere di tesserati che parlano di rispetto mentre noi abbiamo sempre rispettato tutti. Gli errori sui rigori non li ho commessi io o Nasca o Fabbri, e c’è da mettersi le mani nei capelli per le minacce di morte a un giocatore che ha sbagliato un calcio di rigore. Avete visto il derby di Roma? Il nostro miglior arbitro Orsato è stato minacciato da un tesserato e c’è stato il tentativo di aggressione a un arbitro a Salerno nell’ultimo turno. Non accetteremo più certe cose”.
Per porre un freno a certe pessime abitudini, Rocchi chiede esplicitamente alla giustizia sportiva di intervenire in maniera pesante: “Chiedo rispetto per il nostro ruolo, chiedo alla giustizia sportiva di essere veramente dura. La Uefa è dura in certi casi e dobbiamo esserlo anche noi. Se un arbitro farà male, lo fermeremo, se un Var farà male, lo fermeremo, se io sbaglierò, andrò via, ma mettere pressione su un arbitro è sbagliato. Dobbiamo avere arbitri sereni, tranquilli, puliti e ho chiesto loro di essere severi e rigorosi”. Invece di nascondersi, Rocchi ha affrontato in maniera diretta il rapporto conflittuale tra i fischietti italiani e la Roma, senza risparmiarsi una frecciatina finale: “Non sono preoccupato nello scegliere gli arbitri per le gare casalinghe della Roma, ma vorrei poter designare anche un giovane arbitro per il derby di Roma. La panchina della Roma per noi non è un problema e se lo diventasse abbiamo gli strumenti per correggerlo”.
Molto più preoccupante, a suo dire, il fatto che gli stop per il Var stiano riducendo il minutaggio: “Il Var lo stiamo sciupando noi. Il Var deve essere una cosa evidentissima, che se io mostro un’immagine dopo tre secondi voi sobbalzate sulla sedia. Non possiamo rendere oggettivo qualcosa che è soggettivo ma dobbiamo lavorare sull’uniformità. Ad esempio sui falli di mano stiamo facendo molto bene ed è una materia molto difficile e complicata”.