Chi è appassionato di talk-show ed era solito seguirli soprattutto nel periodo tra il 2013 e il 2018 spesso si sarà incrociato mediaticamente con il suo volto, che molto frequentemente campeggiava nelle trasmissioni televisive politiche e che era possibile osservare in un qualsivoglia orario di palinsesto. Enrico Zanetti, del resto, inizialmente partito nelle retrovie dei seggi parlamentari, è riuscito via via ad assumere un ruolo sempre più centrale all’intero del panorama di governo e a far sì che il proprio contributo diventasse addirittura fondamentale per tenere in piedi un esecutivo, specialmente tra il 2015 e il 2016 per quello presieduto da Matteo Renzi. Da Scelta Civica a Noi con l’Italia, tante sono state le evoluzioni politiche di Zanetti, che nell’unica legislatura in cui si è seduto alla Camera dei Deputati è arrivato a ricoprire l’incarico di viceministro dell’Economia. E adesso che cosa fa?
La candidatura con Monti
Enrico Zanetti Nasce il 12 agosto 1973 a Venezia, città dove ha sempre vissuto a parte il periodo dal 1990 al 1998 dove si trasferisce a Gorizia per laurearsi in economia e commercio all’Università degli Studi di Trieste e per conseguire poi in Laguna l’abilitazione per l’esercizio della professione di dottore commercialista. Diventa socio e amministratore di un importante centro studi tributari con sede a Torino, Eutekne, di cui dirige fino al 2013 il quotidiano on line Eutekne.Info. Professore a contratto presso l’Università Ca’ Foscari Venezia, dal 2008 al 2012 è anche il responsabile del Centro studi del consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili. Dal 2011 al 2013, inoltre, è pure vicepresidente della Giunta nazionale dell’Unione giovani dottori commercialisti con delega alle questioni previdenziali.
Proprio nel 2013 arriva il momento della politica, dopo essere già stato l’anno precedente responsabile fiscale dell’associazione Italia Futura fondata da Luca Cordero di Montezemolo. L’offerta arriva da Mario Monti che gli propone la candidatura a Montecitorio tra le liste di Scelta Civica nella circoscrizione Veneto 2, dove viene eletto deputato. Non solo, ma con le dimissioni di Stefania Giannini da segretaria di Scelta Civica, Zanetti decide di candidarsi alla leadership del partito e, in occasione del primo congresso nazionale di Scelta Civica dell’8 febbraio 2015, viene eletto segretario del movimento dal 94% dei delegati. L’esperienza durerà tuttavia poco tempo, visto che nel luglio 2016 lascerà il gruppo Scelta Civica alla Camera e insieme ai 10 deputati di ALA di Denis Verdini per fondare il polo liberale “Scelta Civica verso Cittadini per l’Italia”.
Il lavoro di Zanetti a fianco di Padoan
Nel frattempo Enrico Zanetti scala velocemente le graduatorie ed entra anche nella squadra di governo: nel febbraio 2014 viene infatti scelto come sottosegretario all’Economia e delle Finanze nel neonato governo Renzi. Il ministro Pier Carlo Padoan decide di affidargli le deleghe relative al contenzioso valutario, al contrasto del riciclaggio, alla fiscalità dei mercati finanziari, al federalismo fiscale, al bilancio comunitario, ai piani di rientro dai deficit sanitari e alla revisione legale. Durante la sua attività istituzionale si fa promotore di un’iniziativa legislativa per introdurre nella legge di stabilità una norma che permettesse di dare un bonus – simile agli 80 euro – ai lavoratori autonomi con basso reddito. Nel gennaio 2016 viene promosso a viceministro dell’Economia, incarico che non verrà confermato nel successivo governo Gentiloni, al non voterà la fiducia.
Nella primavera del 2017, in collaborazione con Tosi, Costa, Lupi, Romano e Fitto, dà vita a Noi con l’Italia, la cosiddetta “quarta gamba” della coalizione di centrodestra in vista delle imminenti elezioni politiche del marzo 2018. Qua viene candidato come capolista nel collegio Lombardia 2 ancora per la Camera, ma non verrà eletto in quanto NcI raccoglierà alle urne poco più dell’1% dei consensi. Dopo cinque anni nei quali si erano un po’ perse le tracce di lui, Zanetti ritorna in qualche modo a svolgere una professione politica: adesso è difatti consulente dell’attuale ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Poche settimane fa aveva rilasciato un’intervista in cui esprimeva una sua personale opinione sul Superbonus, esortando il governo Meloni ad archiviare il provvedimento voluto da Conte, ma comunque prorogando “gli altri bonus edilizi che non hanno mai dato problemi, anche con la cessione del credito selettiva“.