“Aperta un’inchiesta”: ora il Pentagono indaga sul generale Austin

"Aperta un'inchiesta": ora il Pentagono indaga sul generale Austin

Un caso che non sarebbe mai passato inosservato, quello del ricovero (taciuto) del generale Lloyd Austin, segretario alla Difesa Usa e che ora rischia di produrre una serie di pesanti conseguenze, innanzitutto istituzionali.

Niente nuove, buone nuove dal generale Austin

Se l’indisposizione del capo del Pentagono aveva rischiato di creare una frattura insanabile con la Casa Bianca, ora è lo stesso Dipartimento della Difesa a volerci vedere più chiaro: il Pentagono ha infatti deciso di aprire un’inchiesta sul ricovero. Austin, che ha difeso a spada tratta la sua scelta, resta ricoverato al Walter Reed National Military Medical Center, in buone condizioni: questo è quanto ha dichiarato il portavoce del Pentagono, il generale Pat Ryder. In un aggiornamento sulle condizioni di salute del segretario alla Difesa Usa, ha dichirato che Austin “è in contatto con il suo staff e ha pieno accesso alle capacità di comunicazione sicure richieste e continua a monitorare le operazioni quotidiane del dipartimento della Difesa in tutto il mondo”. Il segretario ha inoltre ricevuto oggi un aggiornamento operativo dal comandante del comando centrale degli Stati Uniti, generale Erik Kurilla, e dal capo degli Stati Maggiori Riuniti, generale CQ Brown, aggiungendo che “al momento” non c’è una data precisa per la sua dimissione dall’ospedale.

L’ispettore generale del Pentagono indaga sul caso Austin

L’ispettore generale del Pentagono, pressato anche dal Congresso (ove alcuni esponenti Gop hanno chiesto le dimissioni di Austin), in una nota ha affermato che esaminerà i ruoli, i processi, le procedure, le responsabilità e le azioni relative al ricovero. Inoltre, valuterà se le politiche e le procedure del Dipartimento sono sufficienti per garantire notifiche tempestive e appropriate e l’effettiva transizione dell’autorità a causa dell’indisponibilità della leadership senior per motivi sanitari.

Una richiesta che non è solo frutto degli attacchi frontali degli esponenti conservatori, ma anche una richiesta precisa del presidente Biden che, all’indomani delle importanti rivelazioni, aveva chiesto a chi di dovere di riesaminare le procedure in casi eccezionali come questo, per fare in modo che l’increscioso episodio non si ripeta in futuro. L’indagine, inoltre, servirà ad appurare ulteriori responsabilità e connivenze nella cattiva gestione delle informazioni da parte del Pentagono sulla salute di Austin.

La vicenda Austin getta benzina sul fuoco della campagna elettorale

La vicenda, in queste ore, si incunea dolorosamente all’interno di una campagna elettorale per la Casa Bianca delicatissima. La vicenda di Austin, infatti, viene in queste ore agitata dai repubblicani come bandiera dell’iaffidabilità di Joe Biden, un presidente che permetterebbe al suo segretario alla Difesa di tacergli le sue condizioni di salute. Numerosi membri del Gop, in fermento per l’ultimo weekend prima dei caucus in Iowa, ora chiedono la testa di Austin, lasciandosi andare alle più svariate teorie per cui il segretario non avrebbe voluto informare la Casa Bianca delle sue condizioni.

Più di qualcuno, dentro e fuori al Congresso, è arrivato perfino a tirare in ballo lo strike nucleare come caso limite di fronte al quale il Pentagono si sarebbe potuto trovare in assenza del suo leader. Ma i fatti dimostrano che non solo Austin non fa parte della catena di comando, ma che, di fatto, non avrebbe violato alcuna legge o regolamento, se non il buon senso. A sua discolpa, inoltre, in queste ore, è emersa la notizia secondo cui non sarebbe stato sottoposto ad anaestesia generale, ma a un tipo di trattamento microinvasivo che quindi avrebbe reso la sua indisposizione “meno degna di nota”.

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