Il caso Ferragni è stato come un enorme masso lanciato in un lago, i cui cerchi stanno lambendo e toccando molti punti. A partire dalla questione strettamente morale, sulla perdita di fiducia e credibilità dell’influencer, ma anche per quanto riguarda la beneficenza, e su come i consumatori possone essere tratti in inganno o comunque non essere messi al corrente in maniera chiara, sulle scelte d’acquisto. Esiste poi la parte prettamente economica, con un’ipotesi di frode e la richiesta da parte del Codacons per gli acquirenti di riavere indietro i soldi pagati per il famoso pandoro.
La terza questione, di cui ha parlato oggi il presidente dell’Associazione nazionale dei consulenti del lavoro, Dario Montanaro, intervenendo agli stati generali dei consulenti del lavoro riguarda invece l’evasione contributiva: “Basta con la spinta all’evasione contributiva e fiscale, la pubblicità ingannevole deve essere bloccata. I liberi professionisti ordinistici, come i consulenti del lavoro, sono disponibili a raccogliere la sfida della sussidiarietà e dello svolgimento di funzioni per conto della pubblica amministrazione. Questo, però, non può avvenire senza variazioni di scenario e senza recuperare la dignità che è stata mortificata diversi anni fa con il fenomeno delle cosiddette lenzuolate” ha spiegato.
Sistemi palesemente illegali
“Se lo Stato – ha proseguito – chiede supporto per sussidiarietà e incremento della regolarità contributiva e fiscale nella gestione delle imprese, lo stesso Stato non può consentire che sulla stampa e sui social vi siano proposte di servizi che inneggino all’evasione fiscale, al risparmio contributivo ed all’intermediazione illecita attraverso sistemi palesemente illegali. L’Ancl nazionale chiede, dunque, che sia emanato un urgente provvedimento normativo che vieti e limiti proposte di servizi commerciali che siano palesemente riferite all’elusione fiscale. Operare consulenze professionali nell’ambito di una legittimazione che deriva da disposizioni normative ed amministrative, rappresenta un’attività che deve essere riservata ai professionisti ordinistici che si formano ed hanno un’etica ed un rispetto per la costituzione e che sono regolarmente controllati dal sistema ordinistico e da quello pubblico”, ha concluso.
Una problematica di stretta urgenza su cui si deve porre rimedio anche per la questione economica che trascina con sè. Ovviamente il caso Ferragni non è la “madre di tutti i mali”, ma la questione venuta alla luce ha scoperchiato un vaso di Pandora su cui per anni hanno prolificato molte aziende provocando danni anche ai consumatori che chiedono ora chiarezza.