Uccise operaio con una freccia nel centro di Genova: artigiano condannato a 23 anni

Uccise operaio con una freccia nel centro di Genova: artigiano condannato a 23 anni

Evaristo Scalco, maestro d’ascia di 63 anni, è stato condannato a 23 anni di reclusione per aver ucciso con una freccia l’operaio 41enne Javier Alfredo Miranda Romero nel centro storico di Genova durante la notte tra l’1 e il 2 novembre 2022. I giudici hanno escluso l’aggravante dell’odio razziale richiesta dall’accusa, applicando invece quella dei futili motivi

Richiesta di ergastolo

Prima che la Corte d’Assise si riunisse in camera di consiglio per deliberare, il pm Arianna Ciavattini ha insistito ancora una volta con la richiesta di ergastolo per l’imputato: “È stato un omicidio volontario, con dolo diretto”, ha dichiarato in aula il pubblico ministero, come riportato da Repubblica, “e poi, per ben undici minuti dopo aver scoccato la freccia, l’imputato non ha soccorso la vittima e neppure ha chiamato i soccorsi, al contrario di tanti altri presenti in quei momenti”. Per contro i legali dell’artigiano hanno continuato a sostenere che il loro assistito non volesse uccidere il suo obiettivo ma solo spaventarlo.

Quella notte tra l’1 e il 2 febbraio 2022 Romero si trovava nel centro storico di Genova per festeggiare la nascita di un figlio: qui incontrò l’amico Werner Luna Ayala, col quale si trattenne per bere qualche birra in compagnia. Uno dei due decise di urinare per strada, su una saracinesca, ma venne sorpreso da Everisto Scalco: il 63enne, affacciato alla finestra di casa, rimproverò i due e da quel momento iniziò un acceso alterco. La coppia di amici prima si allontanò e poi fece ritorno sul posto; inevitabilmente la lite riprese con più vigore. Il maestro d’ascia a quel punto prese un arco e una freccia, da lui stesso realizzati, e scoccò il dardo che colpì a morte il 41enne.

Le diverse posizioni

“Scalco ha reagito a quell’estremo gesto di sfida che sarebbe un dito medio e al fatto che lo stavano filmando con il cellulare, tempo 30 secondi e ha scagliato la freccia”, aveva dichiarato l’accusa durante le udienze, richiedendo per l’imputato l’ergastolo con il riconoscimento dell’aggravante dei futili motivi e di quella dell’odio razziale.“Prima ha urlato ‘andate via, stranieri di merda’. Subito dopo, “fa male vero? Vi avevo avvertiti. Il comportamento dopo il delitto denota la totale assenza di resipiscenza, e per questo non va riconosciuta alcuna attenuante”.

Secondo la difesa, il 63enne voleva solo spaventare l’uomo, per cui arriverà di certo il ricorso in appello. “Si è trattato di una sentenza equilibrata, ma leggeremo le motivazioni e valuteremo perché ci sono tanti temi da affrontare”, hanno spiegato gli avvocati Jacopo Pensa e Federico Papa. “Dobbiamo porci il problema se questa persona lavoratrice, mite, hanno reso avventurosa, debba morire da ergastolano”, hanno aggiunto gli avvocati, “Scalco ha avuto un blackout che lo ha portato a commettere un gesto di cui si è subito pentito, ma non voleva uccidere e né ferire, voleva solo spaventare“.

Per ora il maestro d’ascia, che resta ristretto ai domiciliari, dovrà pagare una provvisionale da 100mila euro per la compagna del defunto e una di 150mila per il figlio della coppia.

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