“Una nuova Acca Larentia”. L’odio rosso sulla lavagna

"Una nuova Acca Larentia". L'odio rosso sulla lavagna

Febbraio 2023, i “giornaloni” di sinistra denunciano le violenze perpetrate dai picchiatori fascisti di Azione studentesca ai danni di alcuni ragazzi del collettivo Sum di fronte al liceo Michelangelo di Firenze. Parlano, ma forse sarebbe meglio dire straparlano, di pericolo fascismo. Denunciano il ritorno – Giorgia Meloni complice, of course – dello squadrismo. Poi, però, poco alla volta si viene a conoscenza di un’altra storia. Forse della verità. Sarebbero stati infatti i ragazzi dei collettivi a far scoppiare un diverbio, seguito poi dallo stralcio dei volantini di Azione studentesca e da una rissa.

Questo è il passato. Ma oggi, a quasi un anno di distanza da quegli eventi, il Michelangelo torna a far notizia. Nessuna aggressione, almeno per il momento. Ma una minaccia sì: ieri infatti su una lavagna dell’istituto è apparsa la scritta “Acca Larentia, che la storia si ripeta”. E una forca. La firma? Antifa. Un invito esplicito ad ammazzare fascisti o presunti tali. Come a Roma, in quell’inverno del 1978, dove furono ammazzati tre giovani, Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni, “colpevoli” di militare nel Movimento sociale italiano. Tre morti che ancora oggi, a distanza di 46 anni, non hanno avuto giustizia.

Colpisce, ma forse nemmeno troppo, che queste minacce siano state scritte su quel liceo che, per la sinistra, sarebbe dovuto diventare il simbolo dell’Italia antifascista, ovviamente fondata sulla Costituzione più bella del mondo e che respinge ogni forma di violenza. O, forse, che respinge solo quelle che provengono dall’altra parte. Del resto, per molti, ancora oggi uccidere un fascista non è un reato. Nel nostro Paese, del resto, c’è ancora qualcuno che è fermo al 1924. O al 1974. E che, probabilmente, sta più a sinistra che a destra.

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