I derby vivono di episodi e di tensione alle stelle e quello di Roma non fa certamente eccezione. Specie se la sfida rasenti la noia nel primo tempo perché una non riesce a far male all’altra e la partita scorra via bloccata quasi sia un incontro di scacchi. Così, agli albori della ripresa, accade che il giovane quasi debuttante Huijsen (maglia numero 3, qualche laziale alla fine ha rievocato l’Ibanez uomo in più della Lazio negli ultimi derby…) scalci in area Castellanos provocando il rigore trasformato da Zaccagni che sblocca l’equilibrio e indirizzi la contesa a favore dei biancocelesti. Quasi sui titoli di coda, il doppio miracolo dell’esordiente portiere greco Mandas (scelto per sostituire l’influenzato Provedel) su Belotti e in anticipo su Pellegrini. All’ultimo istante, la rovesciata di Lukaku – unico acuto di una gara incolore – che fa tremare il popolo biancoceleste. Quanto ai nervi tesi, esplodono nel recupero monstre quando in tre (Pedro, Azmoun e Mancini) rimediano il rosso.
Roma ancora fuori – è la quinta volta di fila – ai quarti di Coppa Italia e senza vittorie con Orsato fischietto del derby capitolino (ma il miglior direttore di gara italiano dovrà chiedere assistenza al video per assegnare il penalty decisivo…). E in tre delle ultime quattro stracittadine solo la squadra di Sarri ha realizzato dei gol. Segno che per Mourinho, la sfida ai biancocelesti (che non fa sua dal marzo 2022) è parecchio indigesta. «Deluso da qualche giocatore, abbiamo perso per un rigore da Var…», la sintesi dello Special One.
Intemperanze fuori dal campo tra tifosi, un paio di laser proiettati in faccia a calciatori giallorossi e persino una bottiglietta di birra vuota lanciata in testa (per fortuna senza conseguenze) a Bove che sta lasciando il terreno di gioco. Spettacolo poco: fiammate più laziali che romaniste e nel primo quarto d’ora del secondo tempo, con un finale che è un forcing giallorosso e la sensazione di due squadre alle quali manca comunque qualcosa. Alla Lazio la cattiveria nel chiudere la partita, alla Roma una maggiore tranquillità che dovrebbe garantirgli in primis il suo allenatore.
Intanto, però, Sarri festeggia con la qualificazione al meglio il suo 65° compleanno che arriva un giorno dopo il 124° del club biancocelesste. Mourinho non riesce a cambiare l’inerzia della gara con Lukaku ingabbiato, Dybala che si arrende al solito problema al flessore dopo 45′ e Pellegrini ancora acciaccato. Il portoghese discute con arbitro e quarto uomo («Orsato decide di non dare il rigore, il contatto è minimo, il giocatore fa lo show e quando va al monitor non c’è scampo», dirà alla fine) e assiste alla 29ª espulsione della sua panchina (il preparatore dei portieri Nuno Santos). Lazio avanti e sicura della semifinale in casa al ritorno sia che incontri la Juve o la Frosinone, Roma pronta a subire gli inevitabili processi. E con un Mou sempre più in bilico…