I più contenti sono i senatori del Pd: a loro la trasferta obbligata in quel di Gubbio viene risparmiata: «Anche se, certo, la spa di Marc Mességué potrebbe essere interessante», ammetteva uno degli esclusi. «Ma tanto non ci sarà neanche il tempo di vederla», lamentava una deputata dem nel Transatlantico di Montecitorio, impegnata con i colleghi a sbirciare sul telefonino le foto del lussuoso hotel «Ai Cappuccini»: piscine scintillanti, saune, «docce emozionali», trattamenti secondo il metodo del celebre dietologo francese, nonché «tavoli di marmo riscaldati» per «massaggi, impacchi e il piacevole e conclusivo savonage». Un vero «tempio del piacere» (si legge sul sito), nella cornice austera di un antico convento umbro restaurato.
È lì che la settimana prossima si terrà il meeting «a porte chiuse» dei «deputati e deputate» (non sia mai ci si confonda) Pd, convocato dalla capogruppo Chiara Braga per il 18 e 19 gennaio, con la partecipazione straordinaria di Elly Schlein. Nessuno e nessuna di loro ha capito bene a cosa debba servire: «L’idea è quella di una forma seminariale con ospiti e specialisti esterni e momenti di confronto», si legge nella mail di convocazione firmata da Braga, che preannuncia «a breve» una «bozza di programma e più precise indicazioni logistiche» («Ma che, dovremo dividere le camere?», ci si chiedeva nel gruppo), e ammonisce di non marcar visita: «Ti prego di bloccare in agenda le date e segnalare eventuali assenze».
Quella del «conclave» è una antica (e non fortunatissima) tradizione del centrosinistra: dalla dalemiana certosa di Pontignano al castello di Gargonza che partorì le «dieci idee per l’Ulivo», fino alla Reggia di Caserta con le liti tra ministri del governo Prodi (starring Di Pietro e Mastella) mandate in diretta su Radio Radicale dal telefonino di Marco Pannella. A incuriosire, stavolta, è innanzitutto la sede: il Park Hotel Cappuccini di Gubbio è una location che ha visto molti eventi politici, tutti targati Forza Italia: fu Silvio Berlusconi in persona a sceglierla come sede per la scuola di formazione politica del partito da lui fondato. Il raffinato resort a cinque stelle è infatti di proprietà di Maria Carmela Colaiocovo, imprenditrice di peso, erede di una famiglia di industriali del cemento e calcestruzzo, consigliere di Confindustria e presidente di Confindustria Alberghi. Nonché amica personale del Cavaliere, e presente a molte iniziative e convention di Forza Italia.
Lo scopo del ritiro spirituale riservato esclusivamente ai deputati (e alle deputate) del Pd, e fortemente voluto dalla capogruppo Braga non è chiarissimo. Sta di fatto che il Pd ha addirittura chiesto una sospensione anticipata dei lavori di Montecitorio, all’ora di pranzo di giovedì 18, per poter caricare gli eletti su un pullman e portarli a Gubbio. Chi spera che in quella sede Schlein sciolga l’enigma sulle candidature per le Europee (inclusa la propria) molto probabilmente si illude. Il programma, ancora in fieri, prevede una serie di «panel» con ospiti esterni raccolti un po’ alla rinfusa (accademici come Silvio Pons o Enrnesto Preziosi, politologi come Nadia Urbinati, inviati di guerra come Francesca Mannocchi) convocati per consigliare il Pd sulla «agenda politica»: dalla guerra (su cui, come si è visto ieri nel voto sull’Ucraina, le idee sono ben confuse) alle riforme istituzionali. All’ora di pranzo di venerdì, tutti a casa.