Il più ricco è Guido Crosetto, a un passo dai novecentomila euro. A seguire, molto più in basso, Daniela Santanche e Giorgia Meloni, sul terzo gradino del podio, con 293.531 euro e un anno benedetto dall’exploit del libro «Io sono Giorgia» che le ha permesso una rapida ascesa. Fino ad arrivare a un’incollatura dalla titolare del Turismo, bersaglio fisso delle opposizioni ma medaglia d’argento con 298 mila euro.
Ecco le dichiarazioni dei redditi dei membri del governo relative al 2023 e dunque riferite al 2022. Una compagnia di benestanti, con qualche Paperone, ma soprattutto un gruppo che prima di scoprire la politica aveva altre professioni.
Il ministro della Difesa ha collezionato importanti consulenze aziendali e questo gli ha permesso di raggiungere guadagni considerevoli, ma non si tratta di eccezioni. Carlo Nordio, per decenni magistrato a Venezia e poi autore di molti libri, arriva a 209.793 euro, Gennaro Sangiuliano, giornalista, scrittore e professore universitario, raggiunge i 174.630 euro.
Non siamo, come è capitato nel passato, con una foto di gruppo del pauperismo. No, nelle stanze dei bottoni ci sono uomini e donne che spesso avevano già raggiunto posizioni apicali nella società e che dunque potrebbero pure fare a meno dello stipendio da parlamentare. A cominciare proprio da Crosetto che prima di andare alla Difesa lavorava e fatturava senza problemi.
Non solo lui, in realtà. Anzi. Il numero uno del governo, a sorpresa, è il viceministro dell’economia Maurizio Leo che surclassa tutti i colleghi e con la sua attività di commercialista arriva a 2 milioni e 800 mila euro. Più in alto, ma lontano da Palazzo Chigi, c’è solo il leader di Italia viva Matteo Renzi, protagonista di una rapidissimo e inarrestabile exploit grazie alla sua attività di conferenziere in giro per il mondo: Renzi si ferma a 3 milioni e 217 mila euro; ancora, un gradino sopra Leo c’ è l’archistar Renzo Piano, senatore a vita che dichiara 2 milioni e 901 mila euro.
Poi si arriva appunto al vice di Giorgetti che sfiora a sua volta i 100mila, euro e si ferma a 99761.
Il più povero, dato che stona in questa classifica da rivista patinata americana, è il ministro del Pnrr Raffaele Fitto con un modestissimo portafoglio di 22.221 euro, ma non bisogna lasciarsi ingannare dalle apparenze. Da europarlamentare, Fitto veniva tassato a Bruxelles e questo spiega l’apparente povertà che tale non è. Il gruzzolo è altrove.
Per la cronaca, svetta anche Vittorio Sgarbi, il critico d’arte dalle mille esistenze e dalle infinite polemiche: per lui una dichiarazione di 590mila euro e querelle nei mesi scorsi, perché ha continuato la sua attività nel 2023, tenendo incontri con ragguardevoli cachet. Da segnalare pure la performance del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano che ha guadagnato 223mila euro. Anche lui, come Sgarbi, Leo e molti altri aveva un lavoro solidissimo: era magistrato, esattamente come Nordio, poi come tutti gli altri a ottobre 2022 è stato risucchiato nella vita frenetica del Palazzo.
Se si torna alla lista dei ministri e si scende dal podio troviamo il titolare dell’Istruzione Giuseppe Valditara con 262.470 euro e l’ex presidente del Senato Elisabetta Casellati con 235056 euro. Casellati fa politica da molti anni, ma ha un passato importante come avvocato matrimonialista.
Anche Valditara non si è improvvisato, ma ha una lunga biografia: accademico, autore torrenziale di saggi, quasi più del prolifico Sgarbi, è stato professore ordinario di diritto romano all’università di Torino.
Più in giù, i due vicepremier: Matteo Salvini dichiara 99.699 euro, in pratica la stessa cifra di Giorgetti, Antonio Tajani è nelle retrovie con 76.748 euro. Più su, con 163.892 euro, il custode del Viminale, Matteo Piantedosi.
Al penultimo posto, invece, subito sopra Fitto, c’è il ministro della Protezione civile Sebastiano Musumeci con 49.993 euro.
A tutti piace stare al potere, ma più di uno ci ha rimesso. E, terminata questa avventura, tornerà ai suoi incassi milionari.