Monfalcone, stretta del sindaco sul decoro urbano: “Multa a chi sputa per terra”

"Azioni di intimidazione". L'asse islamici-sinistra contro il sindaco di Monfalcone

Multe fino a 200 euro per chi viene colto in flagrante mentre sputa per terra. A Monfalcone (Gorizia) il sindaco Anna Maria Cisint ha scelto la condivisibile linea del rigore in materia di rispetto del decoro urbano. Nella cittadina friulana, già al centro delle cronache per gli interventi del primo cittadino in materia di sicurezza, si prevedono tempi bui per chi ha il pessimo vizio di sputacchiare a terra. Un’ordinanza in arrivo prevede infatti che gli autori dell’incivile gesto vengano punti – qualora sorpresi in azione – con una sanzione da 30 a 200 euro.

Il provvedimento richiama alla memoria quei cartelli un tempo affissi in molti luoghi pubblici d’Italia: “Vietato sputare per terra“. Nel tempo, quegli ammonimenti sono via via spariti e le abitudini sono fortunatamente cambiate per la stragrane maggioranza delle persone. Non per tutti, però, Così, l’ordinanza di Monfalcone arriva come un giusto richiamo alla civilità nei luoghi della vita comunitaria. Peraltro, prima ancora della cittadina in provincia di Gorizia, altre città avevano adottato simili provvedimenti. A Trento, ad esempio, già da anni per chi sputa per terra sono previste sanzioni amministrative doppie rispetto agli altri comportamenti che compromettono il decoro urbano (come sdraiarsi in strada, innaffiare senza precauzioni, stendere i panni sulle pubbliche vie).

L’ordinanza di Monfalcone segue quella che il sindaco Cisint aveva adottato lo scorso anno contro i mozziconi di sigaretta gettati per strada. Nel 2023, i vigili della città friulana avevano multato 16 persone che si erano sbarazzate incivilmente della cicca spegnendola sul marciapiede: per loro, una sanzione da 120 euro. Ma l’impegno della prima cittadina leghista si era concentrato, nei mesi scorsi, anche sui ben più scottanti temi del rispetto della legalità in riferimento ai luoghi di culto ultilizzati dalla numerosa comunità islamica locale. Cisint, in particolare, aveva chiuso due centri culturali islamici usati impropriamente come moschee, sebbene il piano regolatore comunale non lo prevedesse.

Apriti cielo: la mossa del sindaco nel rispetto delle norme era stata fatta passare dalla sinistra come un divieto al culto per i musulmani del posto (accusa falsa alla quale Cisint aveva replicato con fermezza). E così, sull’onda di una mobilitazione fomentata da argomentazioni politiche, a due giorni da Natale gli islamici erano scesi in piazza per protestare tra gli applausi della sinistra, che aveva addirittura parlato di “lezione di civilità” da parte loro.

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