“Nessun dossieraggio”. Archiviata l’inchiesta sul video del giudice Apostolico

"Decisione illegittima". Il giudice Apostolico non poteva disapplicare il decreto Cutro

Nessun dossieraggio“. È stata archiviata l’inchiesta aperta sul caso del giudice Iolanda Apostolico in relazione al video condiviso da Matteo Salvini che riprendeva il giudice a una manifestazione pro migranti. “Il video postato da Matteo Salvini che mostra la giudice Iolanda Apostolico mentre partecipa ad una manifestazione per chiedere lo sbarco dei migranti bloccati a bordo della nave Diciotti ad agosto 2018 al porto di Catania non proviene dagli archivi di alcuna forza di polizia“, è la conclusione a cui sono giunti i pm dopo mesi di indagine, in base a quanto riportato da Repubblica.

Gli inquirenti, dopo aver ascoltato i testimoni e visualizzato i video, sono giunti alla conclusione che a girarlo, con il proprio telefono personale, “e non per motivi di servizio, fu un carabiniere in servizio quel giorno che custodì il video e poi, nei giorni in cui il nome della dottoressa Apostolico venne alla ribalta per la bocciatura del decreto Cutro, lo diffuse in una chat di amici legati al deputato leghista catanese Antonio Carrà“. Nessuna banca dati riservata, quindi, nessuna operazione di dossieraggio nei confronti del giudice. Pertanto, è la conclusione del pm, il procedimento è stato archiviato perché “il fatto non costituisce reato visto che non si tratta di immagini prelevate da archivi delle forze dell’ordine“.

La Lega ha diffuso una nota in cui sottolinea come “dopo settimane di fango e insinuazioni, emerge che il famoso video che immortalava un giudice di Catania in piazza con l’estrema sinistra contro Matteo Salvini non era frutto di dossieraggio“. La caos mediatico generato a ottobre in merito al video, dichiara il Carroccio, è “L’ennesimo capolavoro dei media di sinistra, ovvero la maggioranza dei media italiani, che avevano sollevato un polverone per attaccare Salvini e nascondere la notizia di una giudice in mezzo a una folla che insultava le forze dell’ordine“.

Il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, Tommaso Foti, indica quello della sinistra come un “misero tentativo, privo di contenuto alcuno, per cercare di sviare l’attenzione dell’opinione pubblica legittimamente stupita e indignata per l’atteggiamento assunto dal predetto giudice“. Il tentativo della sinistra è stato, da definizione di Foti, una “tempesta in un bicchiere d’acqua sollevata dalle opposizioni di sinistra per nascondere il cuore della vicenda“. Il deputato della Lega, Simonetta Matone, davanti alla decisione della procura di procedere con l’archiviazione, ha avanzato l’urgenza di procedere con la “riforma della giustizia per arginare definitivamente il fenomeno delle toghe politicizzate“.

Ancora un’inchiesta che si conclude con un nulla di fatto, aperta con la consapevolezza che si sarebbe conclusa in questo modo ma con la volontà di gettare fango su un partito sgradito a quelli che ben pensano. A fronte delle parole espresse dal giudice Apostolico in un contesto pubblico come può essere un profilo social aperto a tutti o una manifestazione di piazza, il dubbio che fosse mancato il principio della imparzialità era legittimo. I dubbi sollevati dalla Lega in merito, soprattutto a seguito del video, sono stati azzannati dalla solita sinistra con la coda di paglia, che ha tentato in ogni modo di difendere l’indifendibile. “La miglior difesa è l’attacco”, recita un vecchio adagio ed è quello che hanno fatto in quei giorni, accusando la Lega di aver ordito un’operazione di dossieraggio contro Apostolico per un video ripreso in una pubblica piazza.

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